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Un antiepilettico può aiutare contro le lesioni del midollo

Farmaci Redazione DottNet | 06/12/2019 16:24

Studio Usa: favorisce il ripristino della funzionalità delle braccia

Un farmaco comunemente usato contro l'epilessia, il gabapentin, potrebbe aiutare a ripristinare la funzione delle braccia dopo una lesione del midollo spinale. A suggerirlo è una ricerca, condotta sui topi, e realizzata dalla Ohio State University. Le cavie trattate con questo principio attivo hanno riguadagnato circa il 60% della funzione delle zampe anteriori, rispetto a quelle che invece avevano assunto un placebo e che avevano recuperato solo il 30% della funzionalità. Il farmaco blocca l'attività di una proteina che ha un ruolo chiave nel processo di crescita degli assoni, le estensioni lunghe e sottili dei corpi delle cellule nervose che trasmettono i messaggi. La ricerca ha dimostrato che il gabapentin impedisce alla proteina di innestare i suoi freni: è ciò che ha permesso agli assoni di crescere più a lungo dopo l'infortunio.

La funzione riacquistata nei topi si è verificata dopo quattro mesi di trattamento, l'equivalente di circa nove anni nell'uomo adulto.  "C'è un certo recupero spontaneo nei topi non trattati, ma non è mai completo. I topi trattati hanno ancora il deficit, ma sono in condizioni significativamente migliori", ha detto Andrea Tedeschi, docente di neuroscienze presso la Ohio State University e con studi all'Università dell'Insubria. Le implicazioni di questa scoperta potrebbero portare a una nuova frontiera nell'uso del farmaco. "E' clinicamente approvato e già prescritto ai pazienti - ha aggiunto Tedeschi - Penso che ci siano prove sufficienti qui per riconsiderare il modo in cui utilizziamo questo farmaco a livello clinico. L'implicazione della nostra scoperta potrebbe anche avere un impatto su altre condizioni neurologiche come le lesioni cerebrali e gli ictus".  Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Clinical Investigation.

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fonte: Journal of Clinical Investigation

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Agisce anche sul trabecolato

La ricerca è stata coordinata dall’Università di Padova e pubblicata su Cancer

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