Il farmaco anti diabete riduce di un quarto la mortalità per malattie cardiovascolari
Un farmaco anti-diabete migliora la sopravvivenza di chi soffre di malattie cardiovascolari, tanto da ridurne di un quarto la mortalità. Questo ritrovato ha effetto su tutti, sia su chi è affetto da diabete sia su chi non ne è colpito. E' questo quanto emerge dall'80esimo Congresso nazionale della Sic, la Società italiana di cardiologia, in corso a Roma. Si tratta degli inibitori di cotransporter 2 (Sglt-2) di sodio-glucosio: la ricerca ha dimostrato come siano in grado di ridurre la mortalità e i ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco.
Per Pasquale Perrone Filardi (nella foto), presidente eletto Sic, "lo studio più recente con gli inibitori di Sglt-2 aveva infatti come obiettivo la valutazione della capacità di dapagliflozin di curare l'insufficienza cardiaca accertata anche in pazienti senza diabete". La ricerca ha coinvolto 20 Paesi del mondo e 4.744 pazienti che avevano una insufficienza cardiaca e una ridotta frazione di eiezione e che è legata alla quantità di sangue che il cuore espelle a ogni battito. Lo studio ha dimostrato, prosegue Perrone Filardi, una "riduzione di un quarto dell'incidenza di morte per cause cardiovascolari o di aggravamento dello scompenso cardiaco", e lo ha commentato come "un risultato eccellente". "Le nuove linee guida della Società europea di cardiologia presentate alla Sic - dice Francesco Barillà, presidente della Finsic - consigliano per i pazienti con diabete o pre-diabete di smettere di fumare, ridurre le quantità di calorie e perdere peso se necessario, adottare una dieta mediterranea con olio di oliva e noci, evitare l'alcol, effettuare circa 150 minuti di esercizio fisico di moderata-intensa attività a settimana per ridurre il rischio".
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