I pazienti affetti da nmHSPC con BCR ad alto rischio possono essere trattati con enzalutamide di Astellas in associazione o meno a una terapia con analoghi dell’ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH)
Astellas Pharma S.p.A. ha annunciato oggi che l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha riconosciuto la rimborsabilità di un’ulteriore indicazione terapeutica per enzalutamide, sulla base dei risultati dello studio di Fase 3 EMBARK. Con questa autorizzazione enzalutamide diventa il primo ed unico inibitore del segnale del recettore degli androgeni che ha ottenuto la rimborsabilità per il trattamento di uomini adulti con cancro della prostata non metastatico ormono-sensibile (nmHSPC) con recidiva biochimica (BCR) ad alto rischio non idonei alla radioterapia di salvataggio, con Determina n° 857/2025 pubblicata in Gazzetta Ufficiale n° 151 del 2 luglio 2025.
I pazienti affetti da nmHSPC con BCR ad alto rischio possono essere trattati con enzalutamide in associazione o meno a una terapia con analoghi dell’ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH).
«La nuova indicazione di enzalutamide cambia radicalmente, nel percorso di cura del paziente con carcinoma della prostata, il ruolo dell’urologo che fino a ieri era coinvolto nella diagnosi e nel management iniziale del tumore prostatico, mentre era escluso dalla gestione delle forme più avanzate, metastatiche così come dalla gestione dei pazienti con recidiva biochimica, dopo chirurgia e/o radioterapia con intento curativo, eventualità che riguarda il 53% dei casi – dichiara Pier Luigi Bove, Professore Associato di Urologia, Dipartimento di Scienze Chirurgiche Università degli Studi di Roma Tor Vergata e Direttore UOSD Urologia Robotica e Mini Invasiva AOU Policlinico Tor Vergata (PTV), Roma – Oggi, enzalutamide ha rivoluzionato questo paradigma, perché l’urologo può intervenire precocemente e con risultati importanti in questo setting di pazienti con recidiva biochimica ad alto rischio di metastasi o morte per questa malattia. Inoltre, il farmaco può essere utilizzato in tutte le fasi di carcinoma prostatico avanzato/metastatico, sensibile o resistente alla castrazione».
Tra gli uomini sottoposti a un trattamento definitivo per il tumore alla prostata, come prostatectomia radicale, radioterapia o entrambe, si stima che dal 20% al 40% svilupperà una recidiva biochimica (BCR) entro dieci anni.¹ Circa nove uomini su dieci con BCR ad alto rischio andranno incontro a malattia metastatica, e uno su tre morirà a causa del carcinoma prostatico metastatico.²
«La novità della nuova indicazione è che l’utilizzo di enzalutamide viene spostato, ampliandolo, anche al paziente non metastatico ormono-sensibile, dove non è stato sufficiente il trattamento con la chirurgia o la radioterapia e che manifesta una recidiva biochimica ad alto rischio, anticipata dal PSA che sale rapidamente, segnale precoce di un ritorno di malattia ad alto rischio di metastasi – spiega Stefano Arcangeli, Professore Associato di Radioterapia, Università di Milano Bicocca e Direttore SC Radioterapia, Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori, Monza (MB) – Enzalutamide si è dimostrato efficace proprio in questo setting di pazienti che altrimenti venivano curati solo con la terapia ormonale. Enzalutamide, in monoterapia o in associazione con terapia di deprivazione androgenica, cambia il paradigma terapeutico per quei pazienti che hanno una elevata probabilità di progressione dopo la cura iniziale e apre la strada ad una nuova prospettiva terapeutica con solide evidenze che offre un trattamento efficace ai pazienti con recidiva dopo l’intervento chirurgico non suscettibili di radioterapia postoperatoria, a quelli che sono andati in progressione dopo radioterapia postoperatoria e a quelli con recidiva postradioterapia esclusiva. Infine, il modello di trattamento "a intermittenza" proposto dallo studio EMBARK rende possibile l’inserimento di una radioterapia focale e selettiva».
Questa decisione da parte di AIFA si basa sui risultati dello studio di Fase 3 EMBARK, che ha valutato enzalutamide in associazione a leuprolide, placebo più leuprolide, e enzalutamide in monoterapia in pazienti con carcinoma prostatico non metastatico ormono-sensibile (nmHSPC) o sensibile alla castrazione (nmCSPC), con recidiva biochimica ad alto rischio.
«Enzalutamide è un farmaco anti-androgeno di nuova generazione che agisce sulle cellule tumorali del carcinoma prostatico bloccando i recettori degli ormoni androgeni – afferma Ugo De Giorgi, Professore Associato di Oncologia Medica Unisalento e Direttore SC Oncologia Universitaria Ospedale Fazzi, Lecce – Enzalutamide finora aveva già dimostrato la sua efficacia prolungando la vita dei pazienti nelle diverse fasi di malattia metastatica e non, da quella sensibile a quella resistente alle terapie ormonali. Nello studio EMBARK enzalutamide, in monoterapia o in associazione con terapia di deprivazione androgenica, ha dimostrato di prolungare la sopravvivenza libera dalla comparsa di metastasi nei pazienti con carcinoma prostatico operato o radiotrattato che presentano un innalzamento rapido del PSA. Il farmaco rallenta la progressione del tumore, riducendo il rischio di comparsa delle metastasi e prolungando il tempo alla progressione dei livelli di PSA. Inoltre, l’uso di enzalutamide è associato a una stazionarietà o un miglioramento della qualità di vita legata alla salute».
I risultati dettagliati dello studio sono stati presentati in sessione plenaria durante il Congresso Annuale 2023 dell’American Urological Association e successivamente pubblicati sul New England Journal of Medicine. «Nel corso dell’ultimo decennio, Astellas ha investito in modo significativo nella ricerca e nello sviluppo di enzalutamide, con l’obiettivo di rendere disponibile questo trattamento al maggior numero possibile di persone affette da tumore della prostata – dichiara Fulvio Berardo, Amministratore Delegato Astellas Pharma S.p.A. – Siamo lieti che AIFA abbia approvato la rimborsabilità per enzalutamide in questo setting di malattia, in quanto ciò conferma la validità del nostro approccio e rafforza il ruolo fondamentale che questa opzione terapeutica continua a ricoprire nel modificare il decorso della malattia nei pazienti con carcinoma prostatico».
Informazioni su EMBARK
Lo studio multinazionale di Fase 3, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, promosso da Astellas e Pfizer, ha arruolato 1.068 pazienti con carcinoma prostatico non metastatico ormono-sensibile (o sensibile alla castrazione) con recidiva biochimica ad alto rischio, presso centri clinici negli Stati Uniti, in Canada, Europa, Sud America e nella regione Asia-Pacifico.
I pazienti considerati con BCR ad alto rischio presentavano un tempo di raddoppiamento del PSA (PSA-DT) ≤ 9 mesi; un livello sierico di testosterone ≥ 150 ng/dL (5,2 nmol/L); e un PSA allo screening effettuato dal laboratorio centrale ≥ 1 ng/mL in caso di pregressa prostatectomia radicale (con o senza radioterapia) come trattamento primario per il carcinoma prostatico, oppure almeno 2 ng/mL sopra il nadir nei pazienti trattati unicamente con radioterapia come trattamento primario.I pazienti dello studio EMBARK sono stati randomizzati per ricevere enzalutamide 160 mg al giorno più leuprolide (n=355), enzalutamide 160 mg in monoterapia (n=355) oppure placebo più leuprolide (n=358). La leuprolide (22,5 mg) è stata somministrata ogni 12 settimane. EMBARK ha raggiunto il suo endpoint primario di sopravvivenza libera da metastasi (MFS) per il braccio enzalutamide in associazione a leuprolide, dimostrando una riduzione statisticamente significativa del rischio di metastasi o morte rispetto al placebo più leuprolide. La MFS è definita come il periodo di tempo, in mesi, tra la randomizzazione e la prima evidenza oggettiva di progressione radiografica (valutata tramite imaging centrale) oppure il decesso per qualsiasi causa, a seconda dell’evento che si verifica per primo.
Lo studio ha inoltre raggiunto un endpoint secondario chiave, dimostrando che i pazienti trattati con enzalutamide in monoterapia hanno avuto una riduzione statisticamente significativa del rischio di metastasi o morte rispetto al gruppo placebo più leuprolide, raggiungendo l’endpoint di MFS.
Nello studio EMBARK, eventi avversi (AEs) di grado 3 o superiore sono stati riportati nel 46% dei pazienti trattati con enzalutamide più leuprolide, nel 50% dei pazienti trattati con enzalutamide in monoterapia e nel 43% dei pazienti che hanno ricevuto placebo più leuprolide. L’interruzione permanente del trattamento dovuta a eventi avversi, indicati come causa principale, è stata riportata nel 21% dei pazienti trattati con enzalutamide più leuprolide, nel 18% dei pazienti trattati con enzalutamide in monoterapia e nel 10% dei pazienti trattati con placebo più leuprolide.
Informazioni sul carcinoma prostatico non metastatico ormono-sensibile con recidiva biochimica ad alto rischio
Nel carcinoma prostatico non metastatico ormono-sensibile (nmHSPC) o non metastatico sensibile alla castrazione (nmCSPC), non è rilevabile alcuna evidenza della diffusione del tumore ad altre parti del corpo (metastasi) tramite metodiche radiologiche convenzionali (TC/RM), e il tumore risponde ancora a trattamenti medici o chirurgici volti a ridurre i livelli di testosterone.² ³
Tra gli uomini che hanno ricevuto un trattamento definitivo per il carcinoma prostatico, inclusi prostatectomia radicale, radioterapia o entrambi, si stima che il 20–40% svilupperà una recidiva biochimica (BCR) entro 10 anni.⁴ Circa 9 uomini su 10 con BCR ad alto rischio svilupperanno una malattia metastatica, e 1 su 3 morirà a causa del carcinoma prostatico metastatico.²
Lo studio EMBARK si è concentrato su uomini con BCR ad alto rischio. Secondo il protocollo EMBARK, sono considerati pazienti con nmHSPC e BCR ad alto rischio coloro inizialmente trattati con prostatectomia radicale o radioterapia, o entrambi, con un PSA-DT ≤ 9 mesi. I pazienti con BCR ad alto rischio e PSA-DT ≤ 9 mesi presentano un rischio più elevato di sviluppare metastasi e di mortalità. ⁵
Informazioni su enzalutamide
Enzalutamide è un inibitore del segnale del recettore degli androgeni. Rappresenta una terapia di riferimento e ha ottenuto approvazioni regolatorie in uno o più Paesi nel mondo per l’impiego negli uomini con carcinoma prostatico metastatico ormono-sensibile (mHSPC, noto anche come carcinoma prostatico metastatico sensibile alla castrazione o mCSPC), carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione (mCRPC), carcinoma prostatico non metastatico resistente alla castrazione (nmCRPC) e carcinoma prostatico non metastatico ormono-sensibile (nmHSPC) con recidiva biochimica ad alto rischio di progressione metastatica (high-risk BCR).
Enzalutamide è attualmente approvato per una o più di queste indicazioni in oltre 90 Paesi, tra cui gli Stati Uniti, l’Unione Europea e il Giappone. A livello globale, oltre un milione e mezzo di pazienti è stato trattato con enzalutamide.6
Bibliografia
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