
Valori normali se misurati in ambulatorio, ma alti durante la giornata
Lavorare per lunghe ore dietro una scrivania potrebbe aumentare il rischio di ipertensione 'nascosta', ovvero una pressione alta anche se le misurazioni fatte nello studio medico sembrano normali. A suggerirlo è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Hypertension. I ricercatori della Laval University, in Quebec, hanno arruolato 3.547 impiegati e ne hanno misurato la pressione sanguigna durante il primo anno, nel terzo e di nuovo nel quinto anno. In uno studio medico allestito sul posto di lavoro hanno misurato la pressione sanguigna di ciascun volontario tre volte in una mattina. Per il resto della giornata, i volontari hanno indossato un dispositivo di monitoraggio della pressione, che prendeva le letture ogni 15 minuti. Complessivamente, il 18,7% dei volontari ha sofferto di ipertensione ed era in cura mentre il 13,5% aveva ipertensione mascherata e non riceveva trattamenti per l'ipertensione.
Quando i ricercatori hanno analizzato i dati tenendo conto dei fattori che potrebbero influenzare il rischio di ipertensione, come stress, fumo e l'indice di massa corporea (BMI), hanno scoperto che chi trascorreva lunghe ore di lavoro alla scrivania aveva il 66% in più di probabilità di avere la pressione alta e il 70% di probabilità in più di avere la cosiddetta ipertensione mascherata, ovvero pressione del sangue normale nella misurazione in ambulatorio, ma alta durante il corso della giornata. "Le persone dovrebbero essere consapevoli che lunghe ore di lavoro potrebbero influire sulla loro salute e chiedere ai medici di controllare la pressione con un holter pressorio", spiega l'autore principale, Xavier Trudel.
Il focus della ricerca è l’impiego di terapie geniche innovative basate su DNA e RNA progettate per agire direttamente sulla proteina responsabile della patologia
Convention Anmco a Roma. Grimaldi, centrale una corretta terapia
La cardiologia delle Molinette Torino protagonista con lo studio Pulse
Cardiologi, "con il nuovo studio si punta ad aumentare gli interventi"
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Commenti