Il cardine della terapia preventiva moderna è la riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare sia attraverso il cambiamento dello stile di vita sia con la terapia farmacologica.
Tra tutti i fattori di rischio ipertensione, fumo di sigaretta, dislipidemia, diabete, ecc... l'età è quello sul quale il medico non può fare nulla. Oppure no. In questo articolo brillante pubblicato su 'The Lancet' viene ribaltato il concetto di età a rischio e viene proposto un nuovo modo di vedere le cose. Le statistiche sono chiare, con l'avanzare dell'età il rischio di trasformare delle placche aterosclerotiche in bombe ad orologeria aumenta in maniera esponenziale. E' per tale motivo che gli sforzi della medicina preventiva sono focalizzati a questi gruppi di persone. Di fatto se un paziente ha 270 mg/dl di colesterolo totale ed ha 40 anni, ha un rischio medio basso di avere infarto ma se ha 60 o 70 anni il suo rischio è molto maggiore.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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