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Pensioni, per il nodo rivalutazioni persi 8mila euro l'anno

Previdenza Redazione DottNet | 06/02/2020 19:08

I calcoli in uno studio Uil. Oggi l'incontro governo-sindacati

I pensionati italiani hanno perso ogni anno negli ultimi 9 tra i 1.000 e gli 8.000 euro a causa dei blocchi della rivalutazione degli assegno rispetto all'inflazione. A fare i conti la Uil, alla vigilia dell'incontro previsto per domani al ministero del Lavoro sulle pensioni in essere all'interno del confronto sulla riforma della previdenza, il secondo degli appuntamenti previsti dal governo che punta poi ad una verifica politica a marzo. La richiesta dei sindacati è di arrivare a una rivalutazione piena anche per le pensioni che superano le quattro volte il trattamento minimo ed anche di estensione della platea e degli importi dell'attuale quattordicesima per i pensionati con i trattamenti più bassi.

"Se consideriamo tutti i blocchi operati in nove anni che hanno effetti negativi sulle pensioni in modo permanente - sottolinea il segretario confederale Domenico Proietti - si evidenzia che una pensione pari a 1.

500 euro lordi mensili nel 2011 ha cumulato una perdita complessiva pari a 74,03 al mese, ovvero 962,39 euro annui, differenza che sarà destinata a crescere per effetto dei blocchi previsti fino al 2021". Per un pensionato con un assegno di 4.500 euro lordi la perdita annua supera i 614 euro per una perdita annua di 7.992 euro. "Bisogna varare - dice - meccanismi di recupero del potere di acquisto perso". "Il blocco dell'indicizzazione delle pensioni dal 2011 ad oggi - scrive la Uil - ha generato danni gravissimi e permanenti a milioni di pensionati. I diversi meccanismi "sperimentali", introdotti con il solo scopo di continuare a fare cassa sulle pensioni, hanno fortemente diminuito il potere di acquisto dei pensionati".

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Un pensionato che nel 2011 aveva un assegno pari a 1.500 euro - spiega - oggi riceve una pensione pari a 1.575 euro, mentre se fosse stato utilizzato il meccanismo ordinario avrebbe avuto una pensione mensile pari a 1.649 euro (962 euro in più rispetto a quanto ha ora) ogni anno. Un danno permanente per tutta la vita, afferma il sindacato, che oltre all'indicizzazione chiede anche la riduzione della pressione fiscale sulle pensioni e che sia restituito quanto tolto ai pensionati in questi anni con i vari blocchi della rivalutazione.

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