Canali Minisiti ECM

Scoperta una molecola con un ruolo chiave nell'asma

Pneumologia Redazione DottNet | 27/02/2020 15:53

Potrebbe divenire il bersaglio di nuove terapie

Scoperta una proteina chiave coinvolta nell'asma che potrebbe divenire un nuovo e decisivo bersaglio farmacologico nella cura di questa malattia.   È il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications e condotto presso il Trinity college di Dublino.  Gli esperti hanno scoperto che una molecola - la caspasi 11 - gioca un ruolo fondamentale nell'innescare un attacco di asma.   Sperimentalmente hanno visto che, in risposta ad agenti esterni come polvere o inquinanti atmosferici, la caspasi si iperattiva e innesca nelle vie respiratorie una reazione infiammatoria esagerata che porta alla morte delle cellule respiratorie stesse.

  Per quanto si tratti di uno studio ancora preliminare, secondo gli esperti, farmaci che abbiano come bersaglio questa caspasi potrebbero essere usati in futuro per controllare l'asma, specie se in forma grave, per la quale oggi ci sono ancora poche e insoddisfacenti soluzioni terapeutiche. 

pubblicità

fonte: Nature Communications

Commenti

I Correlati

Se si considerano anche condizioni come la rinite allergica, le patologie respiratorie coinvolgono fino al 30% dei bambini e adolescenti

Il carcinoma del colon-retto rappresenta il 10% di tutti i tumori diagnosticati a livello globale, è terzo per incidenza dopo il tumore della mammella (11,7%) e il tumore del polmone (11,4%)1

"Riportare nel Paese la produzione di principi attivi"

Dieci molecole assorbono 70% consumi. Ampie differenze tra regioni

Ti potrebbero interessare

Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie

Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen

I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali

Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri

Ultime News

Più letti