Li condurrà l'Aifa. Alla fase II negli Stati Uniti il vaccino realizzato in collaborazione con l'azienda Moderna
La corsa al farmaco miracoloso è partita da diverso tempo, ma finora si va ancora a tentativi. Al centro dell'attenzione resta il plasma, un protocollo che il professor Giuseppe De Donno sta applicando da tempo. Adesso anche l'Istituto Superiore di Sanità e Agenzia italiana del farmaco, insieme, sono impegnati nello sviluppo di uno studio nazionale comparativo e controllato per valutare l'efficacia e il ruolo del plasma ottenuto da pazienti guariti da Covid-19 con metodica unica e standardizzata.
Avigan
Aifa ha tuttavia deciso di testare anche il farmaco giapponese Avigan, principio attivo Favipiravir, che sarà oggetto di uno studio multicentrico e multinazionale, di fase 3, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, per valutarne l'efficacia e la sicurezza nel trattamento di pazienti adulti con COVID-19. Lo ha deciso il 5 maggio scorso Aifa che ha affidato il coordinamento della sperimentazione all’Azienda SocioSanitaria Territoriale (ASST) Fatebenefratelli-Sacco di Milano.
Favipiravir è un antivirale autorizzato in Giappone dal marzo 2014 per il trattamento di forme di influenza causate da virus influenzali nuovi o riemergenti e il suo utilizzo è limitato ai casi in cui gli altri antivirali sono inefficaci. Se n'è cominciato a parlare in Italia soprattutto dopo un video amatoriale postato su facebook da un 42 enne romano con studi in farmacia il 21 marzo scorso e visualizzato in poco tempo da migliaia di persone. Il video ne decantava le doti terapeutiche palesando che in Italia non se ne volesse tener conto per ragioni poco chiare.
Nei giorni scorsi Avigan è tornato d'attualità grazie ad un lungo articolo pubblicato dal New York Times ricordando come il premier Abe abbia stanziato quasi 130 milioni di dollari per triplicare la scorta esistente del farmaco e si sia offerto di fornirlo gratuitamente a dozzine di altri Paesi, tra cui l'Italia. Però non ci sono ancora prove concrete che l’Avigan sia effettivamente efficace contro Covid-19. Mentre il farmaco ha mostrato un potenziale per il trattamento di alcune malattie mortali come l’Ebola negli studi sugli animali, ci sono risultati limitati che funzioni per qualsiasi malattia negli esseri umani. Abe ha precisato anche che l’effetto collaterale è “lo stesso della talidomide”, che ha causato deformità in migliaia di bambini negli anni ’50 e ’60. L’attivismo del primo ministro ha contribuito a far entrare Avigan in oltre 1.000 strutture mediche in Giappone, e il ministero degli Esteri del Paese dice che quasi 80 Paesi hanno richiesto il farmaco. Alla televisione giapponese, i medici definiscono la pillola una possibile salvezza globale, e le celebrità che l’hanno presa hanno offerto testimonianze positive.
Ma queste prove sono del tutto aneddotiche, ha detto Masaya Yamato, capo delle malattie infettive al Rinku General Medical Center di Osaka, che ha fatto parte di un panel governativo del 2016 che ha considerato il farmaco come l’ultima linea di difesa contro nuovi tipi di influenza. “Non sto dicendo che questo farmaco non funzioni. Sto dicendo che non ci sono ancora prove che funzioni”, ha detto il dottor Yamato. Una portavoce di Fujifilm, Kana Matsumoto, ha detto che l’azienda sta conducendo test clinici in Giappone e negli Stati Uniti “per ottenere prove sostanziali dell’efficacia del farmaco” contro il Covid-19. Avigan sarebbe prezioso perché funziona in modo diverso dalla maggior parte degli altri antivirali, interferendo con la riproduzione dei virus, invece di impedirne l’ingresso nelle cellule. Il NYT conclude ricordando che finora 1100 strutture mediche giapponesi hanno dato l’Avigan a quasi 2.200 pazienti di Covid-19, con più di mille in lista d’attesa per il farmaco, secondo i dati del governo. Molte di queste strutture non applicano controlli scientifici rigorosi, come il doppio cieco e l’uso di placebo. Essi sostengono che i potenziali benefici superano i rischi, soprattutto negli anziani, per i quali è improbabile che il problema dei difetti congeniti sia un problema.
Vaccino Usa
Ha messo invece il turbo la fase II dei test sul primo vaccino Usa contro il SARS-Cov-2 sul quale iniziarono le sperimentazioni: si tratta del prodotto messo a punto dalla azienda Moderna e dall'Istituto nazionale per le malattie Infettive (Niaid) diretto proprio da Anthony Fauci. Membro della task force della Casa Bianca per la lotta al coronavirus. L' importante passaggio alla fase delle sperimentazioni in cui i test verranno fatti anche su volontari anziani - ossia superiori ai 55 anni posti come limite massimo nella fase I - e' stato approvato dalla Fda. Nella prima fase, i ricercatori hanno accertato la 'sicurezza' per la salute del prodotto. Su questa base ora si amplia la base dei partecipanti: 600 nuovi volontari verranno inoculati a breve. La Moderna ha fatto sapere che i primi lotti di vaccini potranno iniziare ad essere prodotti a luglio, con l'obiettivo - se l'immunizzazione funzionera' - di produrne 1 miliardo l'anno. Il vaccino in questione usa la piattaforma genetica chiamata 'mRNA' e - secondo i ricercatori dell' Istituto della salute - dovrebbe stimolare le cellule dell'organismo ad esprimere una proteina del virus stesso che dovrebbe scatenare la risposta immunitaria che blocca il contagio.
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