L'associazione a base di venetoclax più rituximab è in grado di mantenere, anche dopo quattro anni nel 64% dei pazienti la negatività di 'malattia minima residua non rilevabile
Un trattamento della durata di due anni con una terapia di associazione a base di venetoclax più rituximab è in grado di mantenere, anche dopo quattro anni nel 64% dei pazienti con leucemia linfatica cronica, la negatività di 'malattia minima residua non rilevabile', mentre l'87% di essi rimane libero dalla progressione della malattia già due anni dopo il trattamento. Lo dimostrano i dati a 4 anni dello studio Murano che confermano l'efficacia di un meccanismo d'azione in grado di attivare la morte programmata delle cellule tumorali (apoptosi).
La scoperta Ieo-Pascale "apre una nuova strada sul fronte vaccini terapeutici"
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