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Tumore ovarico, al via la campagna "Manteniamoci informate"

Oncologia Redazione DottNet | 09/07/2020 16:10

Realizzati sei video-racconti e una campagna web e social informativa, con la narrazione dell'attrice Claudia Gerini

In Italia ogni anno più di 5.200 donne ricevono una diagnosi di tumore ovarico. A causa di sintomi aspecifici o non riconosciuti in circa l'80% dei casi la malattia viene diagnosticata in fase già avanzata. Oggi, però, i passi in avanti della ricerca scientifica si fanno vedere: una delle novità più importanti è la possibilità per tutte le pazienti di accedere alle terapie di mantenimento che permettono di allontanare le ricadute dopo la chemioterapia. Proprio per cercare di aiutare le donne a lottare contro il tumore ovarico, Fondazione Aiom, insieme alle associazioni Acto onlus, Loto onlus, Mai più sole e Abracadabra, hanno realizzato 6 video-racconti e una campagna web e social informativa, con la narrazione dell'attrice Claudia Gerini.

Si parla della storia di Sara e Monica: entrambe hanno un tumore all'ovaio, ma solo la seconda ha una mutazione del Brca, il 'Gene Jolie'. Spiega Domenica Lorusso, della Ginecologia oncologica del Gemelli di Roma: "In un 30% circa di pazienti questo tumore è ereditario".

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"Avere questa mutazione rappresenta un importante fattore di rischio per la malattia - prosegue - Grosso modo, nell'altro 70% dei casi questo tumore è sporadico, quindi, insorge in assenza di cause ereditarie specifiche". "Lo scenario è in evoluzione - dichiara Stefania Gori (nella foto), presidente della Fondazione Aiom e direttore del Dipartimento oncologico Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar - Uno dei progressi più importanti è la possibilità di utilizzare, in fase di mantenimento dopo la chemioterapia, terapie orali con i Parp inibitori, che hanno aumentato in modo significativo la possibilità di prolungare il tempo libero da progressione di malattia nelle donne con mutazione Brca". La diagnosi precoce per il carcinoma ovarico non esiste ancora e spesso viene diagnosticato tardivamente.    "Il futuro forse ci riserva una sorpresa - spiega Nicoletta Cerana, presidente di Acto Onlus - È di questi giorni la notizia pubblicata sulla rivista scientifica Jama Oncology Network di una ricerca dell'Istituto Mario Negri che sta sperimentando una nuova procedura per la diagnosi precoce del tumore ovarico sieroso di alto grado che utilizza il Pap test ma impiega nuove tecnologie di sequenziamento del Dna". Per vedere la campagna è possibile visitare il sito www.manteniamociinformate.it.  

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