Grazie a una macchina unica in Italia utilizzata all'IRCCS di Negrar (Verona), dove sono stati effettuati con successo in un anno oltre mille trattamenti
Una radioterapia più breve e mirata contro il tumore grazie ad una macchina unica in Italia, che permette una sorta di 'guerra-lampo' alla neoplasia. Una rivoluzione tecnologica che è già realtà nel dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata all'IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), unico ospedale in Italia, e tra le 20 strutture al mondo, dotato di questo moderno dispositivo (il MrLinac "Unity"), composto da un acceleratore lineare e da una risonanza magnetica ad alto campo.
Nella lotta contro il cancro c'è dunque una nuova arma: si potrebbe paragonare ad un fucile di precisione con una lente d'ingrandimento incorporata che mette a disposizione del radioterapista oncologo, durante il trattamento, immagini di altissima qualità e definizione.
Con il nuovo sistema sono stati ad oggi trattati tumori alla prostata, metastasi linfonodali, ossee in pelvi e addome, ed anche il distretto toracico e recentemente quello cerebrale.In poco meno di un anno di attività, al Negrar sono state concluse oltre 1000 prestazioni, su 102 pazienti con tumore alla prostata e 59 con metastasi per altri tumori. Questo è valso al team di ricercatori radio-oncologi dell'ospedale tre pubblicazioni scientifiche nel corso di pochi mesi: su Radiation Oncology, su Journal of Cancer Research and Clinical Oncology e su Acta Oncologica, che fanno emergere come il trattamento non solo sia più breve e preciso ma anche ottimamente tollerato per tutte le fasce d'età, compresi i più anziani e fragili per patologie concomitanti. Finora, con i sistemi convenzionali, "proprio per il naturale movimento degli organi, eravamo costretti a irradiare una zona più ampia rispetto al tumore, e con dosi minori per non danneggiare porzioni di tessuto sano necessariamente coinvolte - spiega Filippo Alongi, direttore del dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata del Negrar e professore della facoltà di medicina all'Università di Brescia -. Grazie all'utilizzo delle immagini ad alta risoluzione della risonanza magnetica prima e durante ogni seduta, possiamo indirizzare con precisione millimetrica alte dosi di radiazione tali da neutralizzare le cellule tumorali, e proponendo sempre di più protocolli di trattamento con minor numero di sedute rispetto alla radioterapia convenzionale".
"Il rivoluzionario macchinario - prosegue Alongi - consente di adattare in tempo reale i fasci di radiazioni nel corso della stessa seduta, in base alla posizione del bersaglio tumorale che muta a causa del movimento naturale degli organi, come ad esempio la prostata. Vengono così superati i limiti della radioterapia tradizionale in cui il piano di cura viene deciso il 'giorno zero' e rimane sempre uguale".
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