
I risultati potrebbero portare a trovare il meccanismo di innesco molecolare della malattia e a sviluppare un trattamento mirato
Uno specifico recettore presente nelle cellule immunitarie delle persone con artrite psoriasica potrebbe spiegare una delle cause principali di questa condizione cronica autoimmune. A scoprirlo, uno studio pubblicato su Nature Communications, i cui risultati potrebbero portare a trovare il meccanismo di innesco molecolare della malattia e a sviluppare un trattamento mirato. L'artrite psoriasica è una condizione a cui va incontro una persona su tre che ha già sviluppato la psoriasi, e che comporta gonfiore e rigidità delle articolazioni, che con il passare del tempo, possono anche peggiorare e richiedere un trattamento chirurgico. La predisposizione genetica dell'artrite psoriasica era già stata scoperta in passato ma non è ancora stato scoperto il vero fattore scatenante. Utilizzando una tecnologia all'avanguardia di sequenziamento dell'Rna, i ricercatori hanno analizzato migliaia di singole cellule immunitarie dal fluido drenato dalle ginocchia dei pazienti con artrite psoriasica.
fonte: Nature Communications
Invece dell'iniezione: allergologi, tanti vantaggi per pazienti
Presidente Forum Società Scientifiche: "Troppi 499 giorni"
Il trattamento con guselkumab somministrato per via sottocutanea permette di ottenere una remissione clinica - 36,7 per cento dei pazienti - ed endoscopica - 25,9 per cento
Via libera alla rimborsabilità del primo trattamento sottocutaneo per l’emoglobinuria parossistica notturna e dei primi tre biosimilari del denosumab, l’anticorpo monoclonale indicato per l’osteoporosi e la perdita ossea
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
Commenti