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UEGW 2025: risultati clinicamente significativi a 48 settimane con guselkumab in regime sottocutaneo nella colite ulcerosa

Farmaci Redazione DottNet | 10/10/2025 13:38

Il trattamento con guselkumab somministrato per via sottocutanea permette di ottenere una remissione clinica - 36,7 per cento dei pazienti - ed endoscopica - 25,9 per cento

Presentati da Johnson & Johnson alla United European Gastroenterology (UEG) Week 2025 i risultati a 48 settimane dello studio di fase 3 ASTRO che ha valutato guselkumab somministrato per via sottocutanea (SC) come terapia di induzione e di mantenimento in adulti con colite ulcerosa (CU) attiva da moderata a grave1. In particolare, questi dati hanno mostrato tassi di remissione clinica ed endoscopica clinicamente significativi identificando guselkumab come il primo inibitore dell’IL-23 a dimostrare risultati robusti con un regime completamente sottocutaneo.1

«La possibilità di una somministrazione sottocutanea per la fase di induzione rappresenta un importante passo avanti per molti pazienti con colite ulcerosa, offrendo loro una maggiore flessibilità grazie alla possibilità di assumere la terapia direttamente a casa, dopo apposito training, senza comprometterne l’efficacia», dichiara Silvio Danese, IRCCS Ospedale San Raffaele and Università VitaSalute San Raffaele di Milano e ricercatore dello studioa.

«Questi risultati mostrano che un regime interamente sottocutaneo può portare a benefici clinici ed endoscopici significativi che si protraggono per un intero anno consentendo un controllo della malattia a lungo termine».

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Guselkumab è il primo inibitore approvato della subunità p19 di IL-23, completamente umano, che agisce bloccando l'interleuchina 23 (IL-23) e legandosi al CD64, un recettore presente sulle cellule che producono l'IL-23.4,5,6,7,8 Quest’ultima è una citochina secreta dai monociti/macrofagi attivati e dalle cellule dendritiche, nota per essere un fattore scatenante delle malattie immuno-mediate tra le quali la colite ulcerosa e la malattia di Crohn.8,9,10 La doppia azione di questo farmaco è stata dimostrata solo in studi in vitro e attualmente non è noto il suo significato clinico.9,10

I risultati dello studio ASTRO a 48 settimane fanno seguito a quelli della terapia di induzione a 12 settimane che hanno precedentemente mostrato miglioramenti statisticamente e clinicamente significativi di tutti i parametri clinici ed endoscopici analizzati rispetto al placebo.11 Alla settimana 48, i pazienti trattati con la terapia di induzione con guselkumab 400 mg SC seguita da un regime di mantenimento di 100 mg ogni 8 settimane (q8w) o di 200 mg ogni 4 settimane (q4w) hanno mostrato miglioramenti clinicamente significativi in tutti i parametri clinici ed endoscopici rispetto al placebo (per tutti nominali p<0.001).1

In particolare, sono stati raggiunti i seguenti endpoint:

    • Remissione clinicab: 36,7 per cento dei pazienti trattati con guselkumab 100 mg q8w, 42,9 per cento con guselkumab 200 mg q4w e 7,2 per cento con placebo;
    • Miglioramento endoscopicococ: 44,6 per cento dei pazienti trattati con guselkumab 100 mg q8w, 47,1 per cento con guselkumab 200 mg q4w e 11,5 per cento con placebo
    • Remissione endoscopicad: 25,9 per cento dei pazienti trattati con guselkumab 100 mg q8w, 26,4 per cento con guselkumab 200 mg q4w e 5 per cento con placebo;
    • Remissione sintomaticae: 47,5 per cento dei pazienti trattati con guselkumab 100 mg q8w, 53,6 per cento con guselkumab 200 mg q4w e 14,4 per cento con placebo.

Inoltre, guselkumab ha dimostrato risultati clinicamente significativi in tutti gli endpoint anche in sottopopolazioni prespecificate di pazienti definite sulla base di precedenti trattamenti con terapie avanzate, ossia in pazienti naïve a farmaci biologici e JAK inibitori, oltre che in quelli refrattari a questi ultimi.1 I dati di sicurezza dello studio ASTRO sono stati coerenti con il profilo di sicurezza di guselkumab.1,4,12

«Questi risultati riflettono il nostro impegno per offrire nuove soluzioni che possano portare outcome significativi offrendo agli operatori sanitari e ai loro pazienti maggiori opzioni terapeutiche», afferma Esi Lamousé-Smith, MD, PhD, Vice President, Gastroenterology Disease Area Lead, Immunology, Johnson & Johnson Innovative Medicine. «Guselkumab è oggi l'unico inibitore dell'IL-23 che offre la possibilità di induzione per via sottocutanea nella malattia di Crohn, e i risultati dello studio ASTRO, confermando quanto osservato con l'induzione per via endovenosa nello studio di fase 3 QUASAR, supportano il nostro obiettivo di estendere l'opzione di induzione sottocutanea anche per la colite ulcerosa».

Guselkumab ha ricevuto l'approvazione della Commissione europea (CE) e della Food and Drug Administration (FDA) statunitense per le opzioni di induzione sottocutanea ed endovenosa per il trattamento di adulti con malattia di Crohn attiva di grado da moderato a severo.13,14 Inoltre, ha ricevuto l'approvazione della FDA per il trattamento di induzione per via sottocutanea ed endovenosa di adulti con colite ulcerosa attiva da moderata a severo.15 Infine, ha ricevuto l’approvazione della Commissione europea (CE) per l’opzione di induzione endovenosa in pazienti adulti con con colite ulcerosa attiva di grado da moderato a severo mentre è in attesa dell’approvazione europea per l’induzione per via sottocutanea in  questa indicazione dopo il parere positivo del CHMP ricevuto a settembre 2025.16


Per la lista completa degli studi presentati all’UEGW: https://www.jnj.com/innovativemedicine/immunology/gastroenterology

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