Lo studio di fase 3 ha valutato il pembrolizumab in combinazione con una chemioterapia a base di platino
L'immunoterapia e la chemioterapia insieme sono un trattamento efficace, di prima linea, per i pazienti colpiti da tumore all'esofago e della giunzione gastroesofagea. È questo uno dei risultati presentati al Congresso della Società europea di Oncologia medica (Esmo) che hanno riguardato uno studio di fase 3 che ha valutato il pembrolizumab, in combinazione con una chemioterapia a base di platino. Proprio questo trattamento combinato ha migliorato in modo significativo la sopravvivenza globale, riducendo il rischio di morte del 27% rispetto a quei pazienti in cura con la sola chemioterapia. Questa soluzione combinata, inoltre, ha migliorato significativamente la sopravvivenza libera da progressione di malattia, riducendo il rischio di progressione della malattia o di morte del 35% in tutti i pazienti in trattamento.
Al primo posto il fumo seguito da infezioni, alcol e sovrappeso
Confermato virus epatite D, Citomegalovirus sotto osservazione
Chirurgia robotica, protoni, ioni carbonio, intelligenza artificiale: tecnologie di frontiera che promettono di cambiare il destino dei pazienti colpiti da tumori rari. A guidare questa rivoluzione è l’INT di Milano
Per i pazienti con forma ormonosensibile metastatica
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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