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Federfarma, mancano 1,25 milioni dosi di antinfluenzale

Farmacia Redazione DottNet | 27/09/2020 18:58

"Mancano le dosi per le categorie attive cioè quelle che non rientrano nei piani vaccinali, gli under 60 che vorrebbero vaccinarsi come raccomandato da tutti gli scienziati"

"In Italia mancano 1,25 milioni di dosi di vaccino antinfluenzale". Lo ha detto il presidente nazionale di Federfarma Marco Cossolo, sabato a Palermo assieme al segretario nazionale e presidente di Federfarma Palermo, Roberto Tobia, e al presidente di Federfarma Bergamo Gianni Petrosillo, il quale ha ricevuto il 'Premio Coraggio Emanuela Loi', organizzato dall'International Inner Wheel Distretto 211 Italia Club Palermo Normanna.  "Tutto il quantitativo prodotto e destinato al mercato italiano è stato assorbito dagli acquisti delle gare regionali - ha spiegato Cossolo -. Le Regioni, infatti, per coprire il più possibile le categorie a rischio, hanno aumentato di oltre il 40%, e in alcuni casi raddoppiato, come in Sicilia, l'acquisto di vaccini: hanno comprato 16,7 milioni di dosi, impegnando l'intera produzione programmata dalle industrie farmaceutiche quest'anno per l'Italia. Mancano le dosi per le categorie attive - ha proseguito Cossolo - cioè quelle che non rientrano nei piani vaccinali, gli under 60 che vorrebbero vaccinarsi come raccomandato da tutti gli scienziati".

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"Ci arrivano - ha aggiunto il presidente di Federfarma - numerose segnalazioni da parte di aziende che non trovano vaccini, le quali vorrebbero vaccinare a proprie spese i loro dipendenti, con i loro stessi medici aziendali, che non avrebbero alcuna difficoltà a vaccinare e a comprare i vaccini. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha ascoltato le nostre richieste invitando la Conferenza Stato-Regioni a rimodulare questi acquisti. Ciò ad oggi ha comportato una disponibilità per tutte le farmacie italiane di appena 250 mila dosi, un numero troppo esiguo". Il picco influenzale rischia di intasare gli ospedali. "Il rischio è duplice - ha sottolineato Cossolo - la mancata diagnosi differenziale, perché nella prima fase i sintomi del Covid e quelli dell'infulenza sono molto simili. In secondo luogo, se si vanno ad occupare i posti negli ospedali per complicanze dell'influenza, ci saranno meno spazi liberi per eventuali malati Covid". 

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