Lo rivela uno studio coordinato dalla Città della Salute di Torino e dal Laboratorio di Virologia Molecolare del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell'Università di Torino
Il latte materno è sicuro e non trasmette il Covid-19: i motivi sono ancora da chiarire, ma il dato è accertato da uno studio coordinato dalla Città della Salute di Torino e dal Laboratorio di Virologia Molecolare del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell'Università di Torino, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Frontiers in Pediatrics. "Su quali siano le barriere messe da madre natura - dice all'ANSA il professor Enrico Bertino, direttore della Neonatologia universitaria dell'ospedale Sant'Anna della Città della Salute di Torino, che ha diretto il progetto - non c'è ancora una risposta. Sappiamo però che il latte umano contiene sostanze ad attività antivirale, come anticorpi e ossisteroli. E' che è un sistema biologico vivo, pieno di sostanze attive a livello immunologico che potrebbero attivare chissà quali meccanismi nel neonato".
"Sulle 14 madri positive esaminate - aggiunge il professor Bertino- non abbiamo trovato il virus 13 volte. Una volta sola abbiamo riscontrato del materiale genetico del Covid-19, probabilmente inattivo. Addirittura, nel caso di neonati positivi perché la madre ha manifestato i sintomi solo dopo il parto contagiando il figlio inconsapevolmente per via aerea, l'allattamento al seno ha fatto negativizzare il bambino. Naturalmente - sottolinea - vanno seguite tutte le regole raccomandate contro il contagio: la madre deve allattare con la mascherina, lavarsi le mani, disinfettare gli oggetti che entrano in contatto con il neonato". "Da anni - aggiunge il professor David Lembo, direttore del Laboratorio di Virologia Molecolare dell'Università di Torino, partner del progetto - studiamo le proprietà antivirali del latte materno, e abbiamo identificato nuovi componenti attivi che potrebbero proteggere il lattante dalle infezioni virali. Per la salute del neonato l'allattamento al seno è una risorsa importante". Allo studio hanno partecipato, oltre alla Neonatologia ospedaliera del Sant'Anna diretta da Daniele Farina, le Neonatologie degli ospedali Mauriziano e Maria Vittoria di Torino e quelle degli ospedali di Alessandria, Aosta e del San Martino di Genova.
Le analisi molecolari sui campioni di latte sono state invece condotte nei Laboratori ospedalieri di Microbiologia della Città della Salute e dell'ospedale San Luigi Gonzaga, diretti rispettivamente da Rossana Cavallo e da Giuseppina Viberti. Intanto, sempre al Sant'Anna di Torino, una donna positiva al Coronavirus ha partorito due gemelli prematuri alla 28esima settimana di gravidanza. E per il modo in cui le nascite sono state gestite, tre operatrici dell'ospedale torinese sono state premiate dalla Fondazione Onda, l'Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, tra le 206 donne che si sono distinte per l'impegno in prima linea nella gestione della pandemia.
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