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La vitrificazione degi ovociti è una soluzione salva-fertilità

Oncologia Redazione DottNet | 08/10/2020 14:45

Dopo un tumore è la soluzione per avere una gravidanza

L'87% delle pazienti riesce a sconfiggere il tumore al seno, cancro che costituisce circa il 30% della totalità delle patologie tumorali diagnosticate alle donne e che nel 2019, in Italia, ha colpito circa 53.200 persone. Le terapie oncologiche, che permettono alle donne di sopravvivere e lasciarsi la malattia alle spalle, possono però minare la fertilità, compromettendo le possibilità di avere figli. Una delle soluzioni che possono essere proposte per avere una gravidanza in questi casi è legato alla conservazione degli ovociti attraverso alcune tecniche come la vitrificazione.

Per ottobre, mese della prevenzione del tumore al seno, a suggerire questa pratica è la sede di Roma dell'Ivi, Instituto Valenciano de Infertilidad. Dal 2007 a oggi, oltre 1.300 pazienti colpite dal tumore (nel 35% dei casi con cancro alla mammella) si sono rivolte proprio all'Ivi per sottoporsi a questo tipo di trattamenti.

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"Oggi la tecnica più diffusa è la vitrificazione degli ovociti, che garantisce tassi di successo analoghi all'utilizzo di ovociti freschi: attraverso la vitrificazione, gli ovociti vengono conservati mediante un raffreddamento ultrarapido che evita la formazione di cristalli di ghiaccio, proteggendo così gli ovuli per il tempo necessario", spiegano da Ivi.  "Ivi dal 2007 promuove un programma gratuito di preservazione della fertilità chiamato 'Madre dopo il cancro, Padre dopo il cancro': finora 1.372 donne con patologie oncologiche, di cui 484 con tumore al seno, hanno scelto di rivolgersi ai nostri centri per sottoporsi a questi trattamenti - afferma Daniela Galliano, ginecologa esperta in Medicina della Riproduzione e direttrice del Centro Ivi di Roma - La vitrificazione di ovociti ha permesso la nascita di 35 bambini sani: ognuno di loro rappresenta un motivo per non perdere la speranza. Altre 22 gravidanze sono state comunque possibili in pazienti che, dopo aver sconfitto il cancro, hanno fatto ricorso alla fecondazione eterologa". 

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