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Il virus accelera: Rsa più esposte, si teme il peggio

Infettivologia Redazione DottNet | 16/10/2020 10:06

Incalzi: Ma la situazione non è grave come nei primi mesi dell'emergenza

Il report settimanale dell'Iss non lascia dubbi: "Si assiste a una accelerazione nella evoluzione dell’epidemia ormai entrata in una fase acuta con aumento progressivo nel numero di casi, evidenze di criticità nei servizi territoriali ed aumenti nel tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e area medica che rischiano, in alcune Regioni/PA, di raggiungere i valori critici nel prossimo mese". "É quindi - si legge nel bolllettino - necessaria una rapida analisi del rischio sub-regionale per il tempestivo innalzamento delle misure di contenimento e mitigazione nelle aree maggiormente affette sulla base delle linee di indirizzo fornite nel documento “Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale” trasmesso con Circolare del Ministero della Salute del 12/10/2020 Prot. 32732". "Si fa appello alla popolazione di rispettare con coscienza e precisione tutte le norme di precauzione previste (in particolare il distanziamento fisico e l’uso corretto e appropriato delle mascherine) e di evitare quanto più possibile situazioni che possano favorire la trasmissione quali aggregazioni spontanee e programmate per evitare un ulteriore peggioramento che potrebbe richiedere restrizioni territorialmente diffuse", conclude il testo.

Le Rsa sono di nuovo in trincea e la situazione, con l'autunno e l'inverno, è destinata a peggiorare per l'aggiungersi al Covid anche dell'influenza e di altri virus respiratori. A lanciare l'allarme è Raffaele Antonelli Incalzi, presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg).   Rispetto ai primi mesi dell'emergenza "la situazione dovrebbe essere diversa: aumenteranno i morti, anche tra gli anziani, ma il problema non si presenterà con la stessa gravità, anche perché misure come l'obbligo di mascherine all'aperto, prima non c'erano e si conoscono meglio le strategie per proteggere i più fragili, tra cui l'isolamento". "Quella delle Rsa e' una condizione di rischio -spiega Antonelli Incalzi- e anche le misure più accurate, viste nel lungo periodo, non sono una garanzia assoluta, anche se contengono di molto il rischio. Gli anziani, poi, sono fragili per la presenza di più patologie e c'è da dire che c'è anche un notevole afflusso nelle Rsa di operatori esterni sanitari, sociali, ciascuno dei quali per quanti adotti le misure di protezione e' una fonte potenziale di contagio.L'elemento di vantaggio rispetto al passato e' che sappiamo che vanno adottate determinate misure, dispositivi di sicurezza p e distanziamento fino purtroppo al quasi isolamento in certi casi. Un risvolto negativo e' certo la solitudine. Il Covid e' un rischio, la solitudine una quasi certezza in una quota rilevante di soggetti isolati".

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Per i geriatri sono importanti le vaccinazioni antinfluenzale e antipneumococcica, perché "è documentato che chi è vaccinato ha minor rischio di contrarre il Covid", così come adottare misure di di protezione stringenti sia da parte degli anziani sia parte di coloro che vanno a trovarli. Potrebbe inoltre essere utile la presenza di uno specialista nelle Rsa per evitare situazioni estremamente eterogenee sul territorio nazionale. Molte Rsa non hanno infatti un geriatra e, come osserva Antonelli Incalzi, "la presenza dello specialista riduce sensibilmente i trasferimenti per acuzie nei Pronto Soccorso, con migliori standard di qualità e anche minori costi gestionali".  Servono poi controlli da parte delle Asl e il Governo "dovrebbe dare aiuto concreto a garantire standard assistenziali e di sicurezza adeguati, anche in modo non coercitivo ma promozionale". Una sorta di bonus per le Rsa che si adeguano a certi standard. "Su questo-conclude Antonelli Incalzi-la Sigg potrebbe dare il suo contributo". 

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