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L'importanza della glutammina nell'inibizione delle metastasi

Oncologia Redazione DottNet | 10/11/2020 13:58

C'è un dialogo metabolico tra un tipo di cellule infiammatorie, chiamate macrofagi, e cellule staminali muscolari, chiamate satelliti, che, se potenziato con un inibitore dell'enzima Glud1, favorisce il rilascio di glutammina

Due ricerche internazionali, guidate dal professore Massimiliano Mazzone, docente del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute di UniTo e afferente al Vib-Ku Leuven Center for Cancer Biology, rivelano l'importanza della glutammina nella risposta infiammatoria in seguito a tumore o a danno degenerativo tissutale. I lavori sono stati pubblicati su Nature il 28 ottobre e Embo Molecular Medicine il 28 agosto.  In particolare Mazzone e il suo team dimostrano un dialogo metabolico tra un tipo di cellule infiammatorie, chiamate macrofagi, e cellule staminali muscolari, chiamate satelliti, che, se potenziato con un inibitore dell'enzima Glud1, favorisce il rilascio di glutammina. I ricercatori hanno osservato che, in seguito a danni muscolari degenerativi, tra i quali l'invecchiamento, i normali livelli di glutammina nel muscolo diminuiscono in conseguenza della morte del tessuto muscolare.  La ri-stabilizzazione dei livelli originali di glutammina stimola la rigenerazione delle fibre muscolari.

Gli studi sulla glutammina hanno portato Mazzone e i suoi a fornire un importante contributo anche per la ricerca sul cancro. Il lavoro pubblicato sulla rivista Embo Molecular Medicine analizza la glutammina sintetasi (GS), cioè l'enzima che genera glutammina dal glutammato, come il crocevia che controlla il rilascio di mediatori infiammatori. L'inibizione farmacologica della GS nei macrofagi blocca le metastasi aumentando l'immunità anti-tumorali.  "Questi due studi offrono conoscenza biologica sia nel campo della rigenerazione tissutale che della progressione tumorale - spiega Mazzone - ma identificano già in questa fase due molecole sulle quali lavorare per creare nuovi farmaci. Le ricerche sono il frutto di un lavoro intenso condotto in Italia, tra le Università di Torino, e in particolare il Centro per le Biotecnologie Molocolari e l'Università di Bari, e in Belgio, all'Università di Lovanio e al VIB". 

fonte: Embo Molecular Medicine

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