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Visite agli anziani: test antigenici rapidi all'ingresso delle Rsa

Infettivologia Redazione DottNet | 05/12/2020 18:51

Si sollecitano le strutture a prevedere spazi come le 'Sale degli abbracci' per favorire il contatto diretto con i familiari

Non più anziani e persone disabili o con problemi psichici isolati dai propri cari per lunghi periodi e lasciati senza contatti diretti nelle Residenze sociosanitarie Rsa o nelle strutture di ricovero. In questa seconda fase della pandemia di Covid-19 il governo ha dato il via libera alle visite dei familiari ai congiunti anziani o disabili, ma rispettando regole precise di sicurezza: per entrare in Rsa e strutture bisognerà infatti effettuare test antigenici rapidi all'ingresso e solo con esito negativo si potrà visitare i propri cari.

Esami a esito immediato per consentire anche gli 'abbracci' in ambiente protetto.  Il contatto affettivo, si sottolinea in due diverse circolari pubblicate dal ministero della Salute e riferite appunto alle visite nelle Rsa o nei centri per la disabilità, è fondamentale.  Anche per questo si sollecitano le Rsa a prevedere ad esempio spazi come le 'Sale degli abbracci' per favorire il contatto diretto con i familiari. Il contatto fisico sicuro, infatti, evidenzia il ministero, "può arrecare beneficio agli ospiti in generale ed a quelli cognitivamente deboli in particolare". Le misure di restrizione dei contatti sociali per il contenimento del contagio, si legge nelle circolari, hanno infatti finora determinato una "riduzione dell'interazione tra gli individui e un impoverimento delle relazioni socioaffettive che, in una popolazione fragile e in larga misura cognitivamente instabile, possono favorire l'ulteriore decadimento psicoemotivo determinando poi un aumentato rischio di peggioramento di patologie di tipo organico".

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Da qui la decisione di incentivare le visite dei familiari, da effettuarsi in sicurezza tramite adeguati dispositivi di protezione e adeguate condizioni ambientali. Allo stesso tempo, "è necessario che tutte le strutture residenziali approntino adeguate misure perché ad ogni ospite sia data facoltà di collegarsi regolarmente in modalità digitale con i propri congiunti". A garanzia della sicurezza, dunque, per "ristabilire e favorire gli accessi dei visitatori, come già in atto in alcune Regioni, si raccomanda - afferma la circolare sulle Rsa - di promuovere strategie di screening immediato" con test antigenici rapidi ai familiari. Tali test possono essere effettuati direttamente in loco e, con esito negativo, i visitatori sono autorizzati ad accedere alla struttura.Test molecolari gold standard sono invece previsti per lo screening dei nuovi ingressi di assistiti e per il personale.  Si attua invece una sospensione dell'accesso ai visitatori nelle strutture qualora sia presente un caso Covid-19 o un focolaio in atto. Anche negli Hospice l'obiettivo è quello di favorire le visite in situazioni di fine vita di assistiti affetti da Covid.

In particolare, negli hospice, "considerata la loro natura, questa pratica deve essere quanto più possibile applicata". E va considerata pure l'autorizzazione dell'assistenza spirituale, "ove non sia possibile attraverso modalità telematiche, con tutte le precauzioni raccomandate". Analogamente, pure per l'accesso dei visitatori a strutture residenziali per persone con disturbi mentali o con disabilità sono previsti test antigenici rapidi prima di visitare gli ospiti. Nella prima fase emergenziale, le misure adottate per ridurre il rischio hanno determinato una "riduzione dell'interazione interpersonale e un impoverimento delle relazioni socioaffettive che possono favorire un aumento del disagio, della sofferenza e del senso di isolamento", e va quindi evitata "laddove possibile, la sospensione di tutti i contatti con l'esterno".

Si raccomanda di assicurare anche modalità relazionali a distanza come videochiamate; utilizzo degli spazi esterni per permettere a famigliare e ospite di comunicare attraverso la finestra, direttamente o telefonicamente; telefonate.  "La sofferenza emotiva e relazionale legata alla pandemia e alle misure predisposte per contenerla ha certamente impattato negativamente sulla salute e sul benessere delle persone con disturbi mentali e con disabilità fisiche ospiti in strutture residenziali, provocando vere e proprie sindromi da abbandono -.  ha commentato il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa -.   Nell'attuale fase emergenziale, al fine di preservare il benessere psicosociale degli ospiti e dei familiari, occorre assicurare che le visite siano effettuate e che avvengano in sicurezza".

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