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Ema: il vaccino funziona se si rispetta l'intervallo del richiamo

Farmaci Redazione DottNet | 04/01/2021 21:19

Non devono tascorrere più di 42 giorni tra la prima e la seconda dose del vaccino Pfizer/BioNtech. In arrivo altre 470mila dosi

L'intervallo massimo di 42 giorni tra la prima e la seconda dose del vaccino Pfizer/ BioNtech adottato in Gran Bretagna dovrebbe essere rispettato per ottenere una protezione completa, ha affermato l'Agenzia europea per i medicinali (Ema). Lo riporta il Guardian.  La prova dell'efficacia del vaccino si basa su uno studio in cui la somministrazione di dosi è stata effettuata da 19 a 42 giorni l'una dall'altra, ha detto l'Ema, osservando che la protezione completa arriva solo sette giorni dopo il richiamo.  Qualsiasi modifica a questo richiederebbe una variazione dell'autorizzazione all'immissione in commercio e più dati clinici a supporto di tale modifica, altrimenti sarebbe considerata come "uso off label".

BioNTech e Pfizer hanno avvertito di non avere prove che il loro vaccino continuerà a funzionare se il richiamo viene somministrato più tardi di quanto testato durante la sperimentazione. "La sicurezza e l'efficacia del vaccino non sono state valutate su differenti schemi di dosaggio poiché la maggior parte dei partecipanti allo studio ha ricevuto la seconda dose entro la finestra specificata nello studio. Non ci sono dati per dimostrare che la protezione dopo la prima dose sia mantenuta dopo 21 giorni".

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Intanto è previsto per oggi l'arrivo in Italia di altre 470mila dosi del vaccino della Pfizer Biontech. Si tratta della seconda tranche delle spedizioni destinate al nostro Paese che in questa prima fase ha diritto a 3,4 milioni di dosi. I farmaci saranno distribuiti direttamente dalla casa farmaceutica nei 294 punti di somministrazione indicati dalle regioni al commissario per l'emergenza Domenico Arcuri. Oltre al vaccino Oxford-Astrazeneca, "abbiamo in arrivo anche Moderna, e abbiamo opzionato quote molto importanti di tutti i vaccini". A dirlo in un'intervista a Rai Radio Uno è la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa.

  "Sappiamo che ci sarà una seduta straordinaria di Ema per dare il via libera a Moderna nei prossimi giorni (il parere dell'Ema è slittato a mercoledì, ndr). Parliamo di vaccini che hanno meno difficoltà nel problema della conservazione - ha osservato - quindi potremo fare il dibattito sui medici di famiglia, che chiedono di essere coinvolti, ma è evidente che bisogna avere un vaccino che ha meno problemi di conservazione e comunque devi aver vaccinato almeno loro".    Sul vaccino Oxford-Astrazeneca, la cui somministrazione è già iniziata in Gran Bretagna, "più che la rapidità dobbiamo cercare la massima garanzia della sicurezza e anche della comunicazione, nel senso che - ha concluso la sottosegretaria - le persone non devono avere l'ombra di un dubbio".

"La Commissione Ue è in contatto con la società BioNTech-Pfizer per capire se vi è un modo diaggiungere dosi addizionali oltre a quelle sulle quali c'è giàun accordo". Lo ha annunciato un portavoce della Commissione europea dopo aver confermato che alla casa farmaceutica già sono state opzionate 300 milioni di fiale. Moderna aumenta produzione vaccini del 20% Moderna sta aumentando la sua produzione minima di vaccini anti Covid del 20 per cento, fino a 600 milioni di dosi, con l'obiettivo di raggiungere entro il 2021 il miliardo di dosi. Lo ha annunciato la società con base nel Massachusetts in una nota. La Food and Drug Admnistration statunitense ha concesso l'autorizzazione di emergenza al vaccino contro il coronavirus di Moderna negli Stati Uniti a dicembre e ha già avviato la somministrazione del farmaco.

Il governo federale ha già ordinato 200 milioni di dosi, con la possibilità di garantirne altri 300 milioni. Altri 40 milioni di dosi sono destinate al Canada, ha precisato la società. Oltre 118mila vaccinati in Italia Continua senza sosta la somministrazione in Italia dei vaccini Pfizer/BionTech iniziata il 27 dicembre, scrive in un riepilogo Askanews: sono oltre 118mila le dosi inoculate in tutto il Paese secondo i dati aggiornati dal ministero della Salute. Dopo la provincia autonoma di Trento, con il 54,8% delle dosi inoculate (2.726 su 4.975), il Lazio, con 22.314 vaccinati è la regione con il più alto numero in assoluto nonché quella con la più alta percentuale di somministrazioni realizzate (48,7%) sul numero di dosi consegnate (45.805).

Seguono Veneto (15.776 dosi somministrate su 38.900 consegnate, pari al 40,6%), Toscana (37,8%), e Basilicata (37,4%). Nelle ultime posizioni della classifica Valle d'Aosta (4,4%: la regione con meno dosi consegnate in assoluto, 995, e il più basso numero di somministrazioni in assoluto, 44), la Lombardia che, a fronte di 80.595 dosi ricevute (il numero più alto tra le regioni) ha vaccinato 3.126 persone, pari al 3,9%.

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