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Ricciardi, subito un lockdown: la variante inglese è la più letale

Infettivologia Redazione DottNet | 14/02/2021 20:56

La variante brasiliana può dare luogo a reinfezioni poichè non determina immunità: la sudafricana è temibile perchè non sarebbe coperta dal vaccino AstraZeneca. Tasso positivi al 5,3% e intensive salgono: 221 morti

L'Italia, come il resto d'Europa, sotto schiaffo a causa della crescente minaccia legata alle varianti del virus SarsCov2. L'allarme cresce di giorno in giorno e "non si può perdere altro tempo: è necessario adottare misure più stringenti". Non ha dubbi Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, che avverte: "Tutte le varianti sono temibili e non vanno sottovalutate ma quella inglese, la più diffusa in Italia, è risultata essere anche lievemente più letale".  La cosiddetta variante Gb, spiega Ricciardi, che è anche direttore del Dipartimento di Scienze della Salute della Donna, del Bambino e di Sanità Pubblica presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, in un'intervista all'ANSA, "sta facendo oltre mille morti al giorno in Gran Bretagna. A fronte di questa situazione di pericolo alcuni Paesi hanno già optato per la chiusura drastica. L'Italia è in ritardo, e penso avremmo dovuto prendere misure di chiusura già 2 o 3 settimane fa".

Per questo, l'unica soluzione per fermare la pandemia è, secondo Ricciardi, adottare un lockdown totale ma limitato nel tempo, che preveda pure la chiusura delle scuole ed escludendo solo le attività essenziali.

Una richiesta della quale parlerà in settimana al ministro Speranza. Misure drastiche che si rendono tanto più necessarie proprio a causa del dilagare delle varianti: "L'indagine rapida appena svolta dall'Istituto superiore di sanità - spiega - ha rilevato che circa il 18% dei casi di Covid a livello nazionale è dovuto alle varianti. Questa è però una media, e dunque ciò vuol dire che che in alcune aree tale percentuale è anche sensibilmente maggiore". A fare paura, oltre a quella inglese, che è più contagiosa e anche lievemente più letale tranne che per i bambini per i quali risulta solo più contagiosa, sono pure le altre varianti: "Quella brasiliana può dare luogo a reinfezioni poichè non determina immunità, e questo crea quindi un circolo vizioso, mentre quella sudafricana è temibile anche perchè non sarebbe coperta da uno dei vaccini disponibili, quello AstraZeneca. Al contrario, gli altri vaccini, Pfizer e Moderna, sembrano coprire tutte le varianti, quindi è necessario accelerare la campagna di vaccinazione".

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Al momento, alcune situazioni di allerta sono già presenti anche in Italia: "In Umbria ci sono stati dei casi di reinfezione da variante brasiliana e va detto - afferma Ricciardi - che anche una volta vaccinati, vanno comunque mantenute tutte le precauzioni, dalle mascherine al distanziamento fisico, almeno fino al raggiungimento dell'immunità di gregge". L'unica via per uscirne, ribadisce, passa da tre priorità: "lockdown, tracciamento dei casi, che bisogna ripristinare in modo massiccio, e vaccinazione". Con il nuovo governo Draghi, l'obiettivo è proprio accelerare ulteriormente la campagna di immunizzazione: "Si parla di un salto di qualità. Io penso - rileva - che potremmo arrivare a fare 300mila vaccinazioni al giorno". Quanto alle ipotesi di acquisto dei vaccini da parte delle singole Regioni, "sarà mantenuto il sistema di acquisto a livello europeo e l'ipotesi di acquisti regionali non ha presupposti nè sul fronte della disponibilità di vaccini nè sul fronte legale".

La prospettiva appare però incoraggiante, anche se si pone la questione di una rimodulazione dei vaccini nel caso in cui altre varianti dovessero apparire e mostrarsi resistenti: "Da marzo-aprile la disponibilità delle dosi andrà a regime e avremo vaccini per tutta la popolazione". Si punta poi, anche se non nell'immediato, a immunizzare pure i bambini: "Dopo che avremo i risultati degli studi avviati per l'ambito pediatrico dalle aziende che stanno producendo i vaccini, l'auspicio - conclude Ricciardi - è arrivare all'avvio dell'immunizzazione dei più piccoli magari a partire dall'avvio del prossimo anno scolastico".

Epidemia di nuovo in crescita

Risale il tasso di positività a Covid-19 in Italia, raggiungendo il 5,3%, e torna ad avere un segno 'più' anche il numero di ingressi in terapia intensiva, mentre resta sempre alto il numero dei decessi che oggi si attesta a 221. La pandemia causata dal virus SarsCov2 nel nostro Paese, avvertono gli esperti, "peggiora, con chiari segnali negativi, e dunque l'allerta va alzata e senza perdere tempo".   I numeri giornalieri del bollettino del ministero della Salute, sia pur considerando alcune fluttuazioni legate alle minori notifiche domenicali, come rilevano gli specialisti, descrivono infatti una situazione seria e che non presenta significativi segnali di miglioramento. Sono 11.068 i test positivi al coronavirus nelle ultime 24 ore, che portano il numero dei contagiati dall'inizio dell'emergenza a 2.721.879.

Le vittime, sempre nelle ultime 24 ore, sono invece 221, un incremento che porta il totale a 93.577. Fino a ieri in Italia ci sono 402.783 attualmente positivi, 1.370 in più rispetto a sabato, mentre dall'inizio dell'emergenza i dimessi e i guariti sono 2.225.519, con un incremento rispetto a ieri di 9.469. I test per il Covid (tamponi molecolari e antigenici rapidi) effettuati in un giorno sono stati 205.642, in calo di circa 85mila rispetto a ieri, quando ne sono stati fatti 290.534. Il tasso di positività sale però al 5,3% (ieri era 4,6%). Preoccupante, poi, il dato sulle terapie intensive: le persone attualmente ricoverate a causa del Covid-19 sono 2.085, tornando ad aumentare di 23 unità rispetto a sabato, nel saldo quotidiano tra ingressi e uscite. Gli ingressi giornalieri in rianimazione sono stati invece 126. Secondo i dati del ministero della Salute, sono inoltre 18.449 le persone ricoverate nei reparti ordinari, 51 in meno rispetto alla giornata di sabato.

"Ci sono segnali negativi e la pandemia in Italia sta peggiorando - afferma all'ANSA Giuseppe Arbia, professore di Statistica economica all'Università Cattolica Sacro Cuore di Roma e curatore del sito COVSTAT sull'andamento pandemico -. A fronte di questi dati, l'allerta va assolutamente alzata".  Infatti, precisa lo statistico, "nonostante il numero di vittime oggi sia inferiore rispetto al giorno precedente, quando è stato pari a 311, va chiarito che statisticamente la domenica si registra sempre un numero inferiore, probabilmente per mancate notifiche. Il dato indicativo è invece quello su base settimanale, che ci mostra come il numero delle vittime rimanga sostanzialmente fermo". Ci sono in particolare, afferma, "tre indicatori estremamente preoccupanti: il numero di ingressi in terapia intensiva, già in risalita nei giorni scorsi, e che oggi torna ad avere un segno positivo nel saldo; il tasso di positività, anch'esso in risalita su base settimanale, ed appunto il numero di decessi".

Il fatto, osserva l'esperto, è che "siamo fermi da due mesi in una situazione patologica, che non può assolutamente durare ancora a lungo. E' come se una persona con una febbre costante a 38 gradi dicesse di stare bene perchè la febbre non sale ancora". In questo contesto, secondo Arbia, "è sbagliato parlare di una situazione stabile, ma bisogna dire invece con chiarezza che la situazione è negativa.  Ancora un totale di 200-300 morti al giorno non è più tollerabile". Quindi, "bisogna intervenire, perchè è evidente che le misure attuali sono insufficienti". Tanto più in presenza di varianti del virus che si stanno diffondendo: "Su di esse ci sono ancora molti aspetti non chiari, a partire da quanto possano effettivamente risultare resistenti ai vaccini e di quanto e se possano essere più letali. Su questo mancano dati scientifici solidi e ci vorrà un pò di tempo per averli". Nel frattempo, conclude Arbia, "la priorità è accelerare con la campagna di vaccinazione, sulla base dei dati attualmente disponibili che ci dicono che due dei tre vaccini oggi in uso sono efficaci anche contro le varianti".

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