Canali Minisiti ECM

L'Ema valuta il vaccino Sputnik: ecco come funziona

Farmaci Redazione DottNet | 04/03/2021 12:36

Il prodotto russo sfrutta la tecnologia a vettore virale. Anche in questo caso l'obiettivo finale è far produrre al sistema immunitario gli anticorpi diretti contro la proteina spike di Sars-Cov-2

L'Ema ha avviato la valutazione del vaccino russo Sputnik V. Lo rende noto la stessa Ema.  Dopo l'approvazione da parte dell'Ema" del vaccino Sputnik V contro il Covid, "saremo pronti a fornire vaccini per 50 milioni di europei a partire da giugno 2021": lo ha dichiarato il capo del Fondo Russo per gli investimenti diretti, Kirill Dmitriev, in una nota dell'ente ripresa dall'agenzia Interfax.

Nel comunicato, l'Ema specifica che a presentare domanda per l'Ue è stata la filiale tedesca del gruppo farmaceutico russo R-Pharm. La decisione di avviare la revisione in tempo reale, prosegue Ema, si basa sui risultati di studi di laboratorio e studi clinici sugli adulti.

La revisione continuerà fino a quando non saranno disponibili prove sufficienti per la domanda formale di autorizzazione all'immissione in commercio. L'Ema non è in grado di prevedere le tempistiche generali, ma precisa che "dovrebbe richiedere meno tempo del normale per valutare un'eventuale domanda a causa del lavoro svolto durante la revisione progressiva". L'Ente comunicherà ulteriormente quando sarà stata presentata la domanda di autorizzazione all'immissione in commercio per il vaccino.

pubblicità

Sputnik Vil vaccino russo a vettore virale sviluppato per Covid-19, sarebbe efficace nel prevenire lo sviluppo della malattia nel 91% dei casi. Ad annunciarlo è una pubblicazione sulla rivista "The Lancet". Un risultato importante raggiunto nella sperimentazione di fase III su oltre 20 mila individui.

A differenza dei vaccini a mRNA di Pfizer-BioNTech e Moderna, Sputnik V sfrutta -come AstraZeneca e Johnson & Johnson- la tecnologia a vettore virale. Anche in questo caso l'obiettivo finale è far produrre al sistema immunitario gli anticorpi diretti contro la proteina spike di Sars-Cov-2. Ciò che cambia nel caso dei vettori virali è il metodo con cui ciò si verifica. Questo tipo di vaccini infatti è caratterizzato da due componenti: un virus reso innocuo (la scatola) contenente una piccola porzione di Dna che serve a far produrre la proteina spike.

Il vaccino Sputnik, a differenza degli altri a vettore virale, sfrutta due "scatole" differenti. Nella prima iniezione viene utilizzato il virus Ad26 per la prima dose e Ad25 per la seconda, a 21 giorni dalla prima. Una scelta, quella di utilizzare due vettori differenti, utile a ridurre il rischio che, dopo la prima dose, l’organismo produca anticorpi contro la prima "scatola" con una conseguente riduzione di efficacia della vaccinazione. Il vaccino Sputnik V, dunque, è in realtà la combinazione di due vaccini. Lo studio pubblicato su "The Lancet", il primo di un certo livello sull'efficacia del vaccino russo, ha coinvolto oltre 20 mila persone.

Circa 16 mila hanno ricevuto le due dosi, poco più di 5 mila il placebo. Analizzando nel tempo chi ha sviluppato i sintomi della malattia, lo studio ha concluso che a fronte di 16 positività al virus nel gruppo del vaccino e 62 nel placebo, Sputnik V è efficace nel prevenire la malattia sintomatica nel 91% dei casi. Un risultato importante -anche se alcuni punti devono essere ancora chiariti e che potrebbero far diminuire di poco la percentuale di efficacia- che indica la bontà del metodo utilizzato e inserisce di diritto Sputnik V tra i vaccini da tenere in grande considerazione nella lotta al virus. Non a caso, proprio per aver utilizzato due vettori differenti, sono allo studio diversi clinical trials volti a verificare se la combinazione di approcci differenti (adenovirus + mRNA, adenovirus differenti tra prima e seconda dose) porti ad un'aumentata efficacia della vaccinazione.

Commenti

I Correlati

La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista Journal of Translation Medicine, descrive per la prima volta un pool di molecole condivise, in grado di sviluppare vaccini non più personalizzati, ma pronti per l’uso di qualsiasi paziente

Uno studio clinico internazionale ha dimostrato come l’innovativo farmaco Brensocatib sia in grado di modulare efficacemente l’infiammazione nei pazienti affetti da bronchiectasie

Il farmaco sperimentale nerandomilast ha soddisfatto l’endpoint primario di entrambi gli studi di fase III, FIBRONEER™-IPF e FIBRONEER™-ILD, riducendo il declino della capacità vitale forzata

Si tratta di un medicinale orfano, 4 nuove molecole chimiche, 2 generici, un farmaco di importazione parallela e 3 estensioni di indicazioni terapeutiche

Ti potrebbero interessare

Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi

Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi

Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project

La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti

Ultime News

Più letti