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Variante giapponese: Andreoni, subito l'immunizzazione. Burioni, no al 'varianterrorismo'

Infettivologia Redazione DottNet | 06/04/2021 18:16

I pareri di Pregliasco, Ciccozzi, Galli e Bassetti. La "giapponese" è stata segnalata anche in Tirolo, in Austria e si starebbe diffondendo pure negli Stati Uniti. Al momento tuttavia, sottolineano gli esperti, mancano studi specifici

La questione varianti, e in particolare la giapponese, che potrebbe incidere sull'efficacia dei vaccini, continua far discutere. "In attesa di dati scientifici certi sulla variante E484K e sulla sua eventuale resistenza ai vaccini - afferma Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore associato di Malattie Infettive all'Università di Roma Tor Vergata - c'è in generale grande preoccupazione rispetto alle mutazioni del virus SarsCov2 e la necessità di attuare un forte monitoraggio". Da parte sua, il virologo Roberto Burioni (nella foto), dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, invita alla cautela e, in un tweet, scrive: "Vaccini e varianti. No al 'varianterrorismo'. I vaccini funzionano".  Quella contro le varianti ad ogni modo, spiega Andreoni, "è ormai una corsa contro il tempo: più il virus circola più tende a mutare e dare luogo a nuove varianti. L'unica strategia è dunque quella di bloccare il prima possibile la circolazione del virus e per far questo la vera arma di cui disponiamo è la vaccinazione.

Dunque, è fondamentale in questo momento velocizzare il più possibile la campagna di vaccinazione, per immunizzare il maggior numero di persone in tempi rapidi, bloccare il virus e impedire così che origini altre mutazioni". 

 Allo stesso tempo, sottolinea, "cruciale diventa aumentare la capacità di tracciamento delle varianti potenziando le attività di sequenziamento del virus, ciò al fine di capire cosa sta accadendo effettivamente in Italia e quali sono i ceppi che stanno circolando". Un'attività, che "stiamo portando avanti all'Università di Tor Vergata, così come si sta facendo in altri centri, ma che va ulteriormente rafforzata". Se fosse comunque confermata la resistenza di E484K ai vaccini, conclude Andreoni, "credo sarebbe da valutare l'opportunità di un blocco dei voli aerei per impedire l'ulteriore diffusione di questa e altre varianti, ed andrebbero adottati protocolli stringenti se E484K è già arrivata in Europa".

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Meno ottimista appare il virologo Fabrizio Pregliasco, per il quale la variante giapponese potrebbe ridurre l'efficacia dei vaccini. "L'aspetto positivo - dice Pregliasco all'Adnkronos Salute- è averla individuata su un campione piccolo e quindi avere la capacità di monitorarla. Le cose che si sanno ad oggi sono poche e cioè che è una variante che assomma alle caratteristiche della variante inglese ulteriori variazioni, e che dalle valutazioni delle ricostruzioni tridimensionali al computer mostra modifiche che potrebbero in qualche modo far ridurre l'efficacia delle vaccinazioni, questo è quello che si teme". "Per ora - sottolinea - è un elemento di preoccupazione che va ancora approfondito".

A rassicurare riguardo ai timori sulla pericolosità di questa variante è l'epidemiologo Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed epidemiologia della facoltà di Medicina dell'Università Campus Bio-Medico di Roma. "Nulla di nuovo -dice-. Si tratta della solita mutazione E483K, presente nella variante brasiliana, in quella sudafricana e almeno nel 50% di quella inglese. E' una variante come tutte le altre che stanno circolando, e non va a inficiare la vaccinazione. Può al massimo diminuire di qualche percentuale l'efficacia dei vaccini, ma per ora funzionano anche contro questa mutazione". Questa mutazione "è stata chiamata 'giapponese' - spiega - perché secondo loro (ma su questo non abbiamo certezza, in quanto potrebbe essere sfuggito qualcosa) nasce in Giappone, è stata isolata lì e non si tratterebbe di una mutazione importata dall'estero. Potrebbe essere così, non ci sono dati per affermare il contrario, ma ciò non toglie che sia uguale alle altre. Se davvero è 'nata' in Giappone, cioè se abbiamo mutazioni che avvengono in continenti diversi ma nello stesso punto del genoma del virus (in questo caso il 484) questo potrebbe rientrare tecnicamente nel concetto di 'omeoplasia', cioè di 'convergenza evolutiva': ciò significa che siamo davanti ai primi accenni che il virus sta evolvendo per potersi adattare al nuovo ospite che siamo noi". "In altre parole - dettaglia Ciccozzi - queste varianti non hanno un progenitore comune ma si tratta di un adattamento che sta tentando il virus. Quanto tempo ci metterà per adattarsi non lo sappiamo, ma quello che è certo che una vaccinazione importante e seria riuscirà a farlo adattare prima e ad averlo quindi come un compagno di viaggio che ci farà meno male".

"Se non verranno rilasciate indicazioni che fanno pensare a un'ulteriore evoluzione con cambio di caratteristiche, la variante E484K è una delle mutazioni caratteristiche della variante brasiliana. Chiamarla variante giapponese è per chi ama fare i titoli", dice all'Adnkronos Salute Massimo Galli, direttore della clinica di Malattie Infettive dell'ospedale Sacco di Milano. "C'è purtroppo la conferma che anche in Giappone, dove sono estremamente cauti e precisi, si sono ritrovati, e sottolineo a meno che non vengano fuori dati diversi - insiste Galli - la brutta ma prevedibile sorpresa che si stanno diffondendo dei casi, non moltissimi, della variante brasiliana che era già stata segnalata a gennaio. Le persone che viste a gennaio con quella variante hanno evidentemente lasciato dietro di sé un codazzo di infezioni che, trascorsi alcuni mesi, si ritrovano negli ospedali".

Sulla variante giapponese (E484K) "dobbiamo vigilare, con il sequenziamento" ma anche "non fare terrorismo ogni volta che si trova una variante dall'altra parte del mondo. Dobbiamo metterci in testa che, come dovremmo convivere con il virus per anni così dovremmo farlo con le tante varianti che verranno scoperte", afferma all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova e componente dell'Unità di crisi Covid-19 della Liguria, facendo il punto della situazione. Questa nuova variante può essere più contagiosa e resistere ai vaccini anti Covid? "In qualche modo come tutte le varianti potrebbe essere più contagiosa, ma non abbiamo certezza che possa sfuggire ai vaccini, occorrono maggiori studi - risponde Bassetti -. Il Giappone ha gestito molto bene tutte le fasi della pandemia, ma è molto indietro con le vaccinazioni. E' quindi probabile che essendoci da loro una quarta ondata di casi, la responsabilità sia proprio di questa variante perché il virus sta girando liberamente". "L'unico modo per combattere le mutazioni è velocizzare le vaccinazioni ed evitare che il virus passi da una persona all'altra - rimarca l'infettivologo - Solo così si evita la selezione delle varianti che comunque ci saranno sempre, almeno 5-6 per paese. E' la storia dei virus, dei batteri e dei funghi".

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