
I fondi del Recovery Fund arriveranno se verranno riviste le regole d’ingaggio dei medici di medicina generale, altrimenti l’intero progetto sulle cure territoriali rischia di bloccarsi
Non sarà un autunno facile per la sanità italiana e per i medici di famiglia in particolare: Il piano inviato dal Governo italiano a Bruxelles per spendere i 7 miliardi di euro messi a disposizione dal Recovery Fund, e da spendere in 5 anni per cambiare il modello di Sanità, prevede una serie di paletti affinché arrivi l’approvazione definitiva del progetto da parte della Ue entro settembre. Immediatamente dopo, il ministro della Salute Roberto Speranza dovrà avviare la riforma che necessariamente coinvolgerà la medicina di famiglia e le cure territoriali. Tra i cinque pilastri (quattro sono le Case della comunità, ospedali di comunità, cure domiciliari e centrali operative domiciliari) di cui si compone la riforma, vi è in particolare la questione della dipendenza medici dei famiglia. Oggi sono liberi professionisti convenzionati, ricorda Milena gabbanelli sul Corriere della Sera: vuol dire che il loro lavoro è disciplinato da accordi collettivi sottoscritti dalle rappresentanze sindacali e dalla Conferenza Stato-Regioni.
Questo significa che il Ministro dovrà essere, spiega Gabbanelli, capace di resistere alle pressioni di quei medici di famiglia che desiderano andare avanti come oggi con il loro ambulatorio da gestire in totale autonomia, o piuttosto ingaggiare man mano i giovani medici più disponibili a coprire le necessità dei territori. Di recente il segretario della Fimmg Silvestro Scotti ha dichiarato in una lunga intervista a Dottnet che parlare di dipendenza per i medici di medicina generale è una follia: "Sarebbe un costo per lo Stato insostenibile. L'unica dipendenza possibile sarebbe nel privato: così si risolverebbe anche il problema della formazione", aveva detto il rappresentante della Fimmg. E il presidente dell'Enpam Alberto Oliveti ha evidenziato sul giornale dell'Ente quali potrebbero essere i danni derivanti dalla dipendenza dei medici di medicina generale: "Se si interrompesse il più importante flusso contributivo verso l’Ente, affonderebbe l’intero sistema pensionistico dei medici e degli odontoiatri", ha spiegato Oliveti. "La prossimità dell’assistenza, quella che in questo frangente pandemico è auspicata da tutti – ha aggiunto Oliveti – vive del rapporto di fiducia con il medico scelto. L’assistenza territoriale è centrata sul rapporto di fiducia con un medico convenzionato che viene scelto dal cittadino e che nell’ambito del servizio sanitario nazionale eroga prestazioni e servizi a un costo prefissato. La dipendenza invece prescinde dal rapporto di fiducia, anzi lo minimizza. Infatti quando si pensa a prestazioni rese da professionisti subordinati, si fa come se per il paziente, un medico purché qualificato valga l’altro". Insomma si preannuncia un rientro dalle ferie estive "caldo" a giudicare dall'importanza del piatto in tavola.
Orari più flessibili, supporto ai giovani medici nelle AFT e risorse per il funzionamento delle Case di Comunità in linea con il PNRR. I tempi più complessi rinviati alla prossima tornata contrattuale, adesso è corsa all'accordo
Soddisfazione per la proposta del programma scientifico e politico che hanno visto una partecipazione intensa dei delegati
Tra chi ha patologie croniche solo il 46% ha una percezione positiva
Scotti: “Medici di medicina generale troppo pochi, solo 68 ogni 100mila abitanti”
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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