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Contro le varianti una dose di vaccino non basta: accelerare con il ciclo completo

Infettivologia Redazione DottNet | 30/05/2021 20:55

Nel Regno Unito i contagi tornano a salire: una dose di Pfizer o AstraZeneca protegge in maniera limitata

''Da una parte vediamo una variante molto contagiosa e il nostro problema è fermarla prima che arrivi da noi, visto che in Italia ancora praticamente non c’è. Gli inglesi non hanno fatto niente di sbagliato, probabilmente però contro l’indiana c’è bisogno di aver fatto due dosi di vaccino, con una non si è protetti abbastanza. Del resto hanno fatto tantissime prime somministrazioni''. Lo dice in un'intervista a 'La Repubblica' Sergio Abrignani, immunologo dell'università di Milano e membro del Cts. ''Il fatto che i casi generalmente non siano gravi ci fa ben sperare sul fatto che i vaccinati non si ammalino in forma severa - aggiunge - Anche se la variante indiana dovesse arrivare qui, quindi, probabilmente non metterebbe sotto pressione il nostro servizio sanitario''. ''Sappiamo che contro le varianti che conosciamo, la prima dose dà già una copertura compresa tra il 60 e il 70 per cento - continua - Per l’indiana i dati sembrano più bassi.

Dobbiamo capire che stiamo convivendo da tempo con un brutto virus, ci stiamo adattando a ciò che fa lui. L’importante adesso è vaccinarsi più in fretta possibile sperando di evitare la nascita di varianti peggiori dell’indiana''.

Secondo gli studiosi è per questo motivo che il numero dei nuovi contagiati nel Regno Unito torna a salire dopo due mesi: +20.765 nell’ultima settimana a causa della mutazione indiana che sta dilagando nel Paese tanto da fare temere di essere di fronte a una terza ondata di Covid e da spingere il governo di Boris Johnson a rivalutare la road map delle riaperture.

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Al momento, in base ai dati ufficiali del Public Health England riportati dal Daily Mail on line, solo 177 su 5.599 persone (il 3%) hanno preso il ceppo mutante e si sono presentate al pronto soccorso nonostante avessero completato le due dosi e tra queste solo 2 sono decedute. La variante B.1.617.2 a rapida diffusione è causa dei tre quarti di tutti i contagi nel Regno Unito e l'esecutivo, sotto pressione per non aver imposto subito la quarantena a chi tornava dall'India, ha dato il via libera all’uso del vaccino Johnson&Johnson, vuole mantenere l’uso della mascherina e lo smart working anche dopo il 21 giugno, cioè quello che era stato indicato come il “Giorno della liberazione”, mentre lavora per eliminare il distanziamento sociale e la regola del “sei al chiuso” per rilanciare l’economia.

Tuttavia gli scienziati chiedono ai ministri di essere cauti e di ritardare i passi finali sulla tabella di marcia per tornare a normalità fino a quando più persone non avranno ricevuto entrambe le dosi di un vaccino. Il professor Stephen Reicher, uno psicologo del sottocomitato Sage, ha affermato che il governo è in una situazione difficile perché sembra aver abbandonato il principio "dati non date".

E in Italia dove i dati sono migliori di quanto ci si potesse aspettare dopo le riaperture “ragionate” del 26 aprile, Roberto Burioni, virologo dell’Università San Raffaele di Milano, ha scritto su Twitter: “La situazione in Uk sta peggiorando, a causa della variante 'indiana' che si diffonde con particolare intensità tra i non vaccinati e i vaccinati con una sola dose (pessima idea). Fortunatamente l'efficacia della vaccinazione completa (mRna) sembra mantenuta". Intanto in Vietnam è stata scoperta una nuova mutazione del Covid-19 altamente trasmissibile, perché combina caratteristiche di quella indiana e di quella inglese. Lo ha dichiarato il ministro della Salute vietnamita, Nguyen Thanh Long, spiegando che la nuova variante, ''un mix tra quella indiana e quella britannica'', ha come caratteristica principale quella di diffondersi rapidamente attraverso l'aria e di essere molto più trasmissibile rispetto alle precedenti. ''In modo più specifico, si tratta della variante indiana con mutazioni che originariamente appartenevano alla variante del Regno Unito", ha detto il ministro vietnamita. Il Paese del sud-est asiatico ha registrato finora 6.396 casi di coronavirus e 47 morti per complicanze. La nuova variante sarebbe all'origine della rapida diffusione del Covid-19 dalla fine di aprile, quando 3.600 persone sono state contagiate in 31 delle 63 città.

"Un destino quello di dover far fronte a varianti" del coronavirus pandemico, ha detto all'Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco (nella foto), virologo dell'Università Statale di Milano. Questa variante 'mix' "getta qualche ombra anche rispetto a quanto stiamo osservando in Inghilterra, una velocità di risalita della curva". Per ora però niente allarmismo: "Al momento questa variante è importante averla individuata, avere acquisito la capacità". Il fatto che il patogeno responsabile di Covid-19 continui a presentarsi in forme sempre nuove, secondo il virologo "ci deve dire solo una cosa: proseguiamo su questa autostrada che speriamo sia diretta verso una nuova normalità, premendo 'a tavoletta' sull'acceleratore delle vaccinazioni, ma controllando la velocità nelle riaperture. Progressione e gradualità", ha ribadito Pregliasco.

"Le varianti ci saranno sempre. Più le cerchiamo, più le troveremo". E la nuova variante del Vietnam che appare come un mix tra quella indiana e quella britannica "non è la prima né sarà l'ultima. Dobbiamo continuare con quello che stiamo facendo. Abbiamo vaccini che funzionano bene anche con le varianti e dobbiamo vigilare attentamente. Si tratta di mutanti che arrivano dall'estero, ma non c'è niente di diverso che dobbiamo fare. E' anche ora di finirla che ogni volta che si trova una variante da una parte recondita del mondo diventa la prima notizia. Sembra un continuo al lupo, al lupo. Ma così poi la gente finisce per non ascoltare" ha detto Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova e componente dell'Unità di crisi Covid-19 della Liguria.

"E' giusto vigilare - ha affermato l'esperto all'Adnkronos Salute - Ma questi argomenti devono tornare a essere scientifici e trattati da esperti. E' ora di finirla con i discorsi da bar, come se si parlasse di squadre di calcio e le varianti fossero i calciatori che arrivano dall'estero. E' ora di finirla con il terrorismo delle varianti. Anche perché ogni volta che lo abbiamo fatto ci siamo sbagliati. E anche su questa nuova variante, quindi, eviterei di farlo".

Bisogna invece avere "buonsenso, anche nelle regole che si danno, e ne ho visto poco finora. Gli scienziati scendano dalla luna e vengano sulla terra. Se si dice che al ristorante tra un boccone e l'altro si deve mettere la mascherina - ha osservato l'infettivologo - il rischio è che nessuno le rispetti, queste regole. Invece bisogna fare prescrizioni che possono essere rispettate e seguite. Bisognerebbe azzerare tutto e ripartire con un sistema semplice di regole. O rischiamo di aggrovigliarci su noi stessi e di diventare il Paese che uscirà più tardi dalla pandemia. Quindi, usciamo dalle logiche dei decreti, obblighi e divieti e puntiamo a consapevolizzare la gente. Dobbiamo capire che questa è una nuova fase", ha concluso Bassetti.

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