Il farmaco viene usato per il trattamento di alcune forme di tumore al rene
Un farmaco usato per il trattamento di alcune forme di tumore al rene, il cabozantinib, allunga la vita di chi soffre di una particolare forma aggressiva di tumore alla tiroide. E' quanto emerge nel corso di una sessione dell'Asco 2021, il congresso dell'American Society of Clinical Oncology, grazie a uno studio in fase di pubblicazione su Lancet Oncology. Il lavoro è stato realizzato sui casi di carcninoma differenziato alla tiroide refrattario alle cure di radioiodio, che si usa quando i pazienti presentano rischio elevato di recidiva di malattia, asportazione incompleta del tumore o metastasi. Cabozantinib ha dimostrato una riduzione significativa del rischio di progressione di malattia o di morte del 78% rispetto al placebo.
Howard Mayer, Executive Vice President e Head of Research and Development di Ipsen, società che sviluppa il farmaco, spiega che: "i risultati dello studio erano molto attesi, tenuto conto che l'attuale sopravvivenza delle persone affette da questa forma non comune di carcinoma della tiroide differenziato è di 3-5 anni dalla diagnosi delle lesioni metastatiche". I risultati del lavoro sono serviti come base per la richiesta alla Food and Drug Administration (Fda) statunitense di ampliamento dell'indicazione di cabozantinib anche a questa forma di cancro. Nel 2020 sono stati diagnosticati più di 580.000 nuovi casi di carcinoma tiroideo a livello mondiale: la sua incidenza è tre volte maggiore nelle donne rispetto agli uomini.
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"Nello specifico riteniamo che sia utile emettere solo il certificato che documenta l’inizio dell’infortunio, ritendo pertanto non necessario né appropriato il rilascio di altre certificazioni successive"
Di Silverio: "Questa riforma rappresenta a nostro avviso un tentativo di ulteriore parcellizzazione basata sulla spesa storica nella logica del povero sempre più povero e ricco sempre più ricco"
Il punteggio medio (in una scala da 0 a 10) per i medici è passato da 7,3 nel 2021 a 6,9 nel 2023 e, analogamente, per il personale sanitario non medico da 7,2 a 6,8
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