Nell'ultimo intervento sono stati usati elettrodi 'direzionali' cioè ogni contatto stimolante è suddiviso in tre parti
Effettuato all'ospedale di Siena, per la prima volta in Toscana, un innovativo intervento neurochirurgico per la neuromodulazione terapeutica della malattia di Parkinson, un'alternativa 'elettrica' alla terapia farmacologia. "Si tratta di un'importante innovazione - spiega Alessandro Rossi, direttore dipartimento di scienze neurologiche e motorie - e un'opportunità terapeutica rilevante per quei pazienti che, pur rispondendo alla terapia farmacologia, hanno uno stadio così avanzato della malattia che la loro qualità di vita non è più soddisfacente a causa di sintomi motori fortemente invalidanti tra cui tremori a riposo, rigidità e lentezza nei movimenti". "Gli interventi di stimolazione cerebrale profonda vengono effettuati a Siena sin dal 2004, con il posizionamento di piccoli elettrodi intracerebrali connessi a un neurostimolatore elettrico - spiega Simone Rossi, neurologo dell'Uoc neurologia e neurofisiologia clinica diretta da Rossi -. L'innovatività consiste nel tipo di elettrodi impiantati": nell'ultimo intervento "sono stati usati elettrodi 'direzionali', cioè ogni contatto stimolante è suddiviso in tre parti, consentendo quindi una migliore personalizzazione della stimolazione e una maggiore possibilità di controllo di potenziali effetti collaterali.
Lo indica una ricerca della Monash University di Melbourne, pubblicata su Preventive Medicine Report
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La variante protettiva identificata dallo studio si trova in un gene che produce fibronectina
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