Lo indica uno studio italiano, il più ampio mai realizzato sulla vaccinazione anti-Covid nei pazienti con sclerosi multipla, pubblicato sulla rivista EBioMedicine dal Policlinico San Martino e l'Università di Genova
Alcune terapie per il trattamento della sclerosi multipla riducono la capacità di fare anticorpi anti-Covid nei malati vaccinati con doppia dose, ma la maggior parte dei farmaci ne permette il normale sviluppo. Con Moderna si è avuto il triplo di anticorpi rispetto a Pfizer in questi pazienti. Lo indica uno studio italiano, il più ampio mai realizzato sulla vaccinazione anti-Covid nei pazienti con sclerosi multipla, pubblicato sulla rivista EBioMedicine dal Policlinico San Martino e l'Università di Genova. La ricerca, cofinanziata dalla Fism (Fondazione italiana sclerosi multipla) e condotta su 780 pazienti con sclerosi multipla, di cui 594 vaccinati con Pfizer e 186 con Moderna afferenti a 35 centri nazionali per la sclerosi multipla, ha verificato che ad un mese dalla seconda dose, la maggior parte dei pazienti vaccinati con Moderna o Pfizer aveva un'elevata copertura di anticorpi contro il Covid-19. La percentuale si è ridotta in chi è trattato con alcuni farmaci, quali l'immunosoppressore fingolimod (93%), e gli anticorpi monoclonali rituximab (64%) e ocrelizumab (44%).
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