Il farmaco è al centro di un ampio programma di sviluppo clinico di cui fa parte anche lo studio clinico registrativo di fase 3 IKEMA
Con l’arrivo di un nuovo anticorpo monoclonale, isatuximab, diretto contro il CD-38, si aprono ulteriori prospettive per i pazienti colpiti dalle forme più aggressive di mieloma multiplo, quelle recidivate e refrattarie. La nuova terapia isatuximab, somministrata per via endovenosa in combinazione con pomalidomide e desametasone (pom-dex) a pazienti adulti che hanno ricevuto almeno due precedenti trattamenti (tra cui lenalidomide), ha infatti dimostrato (studio di Fase 3 ICARIA) di poter ridurre significativamente il rischio di progressione della malattia. Consentendo anche una migliore qualità di vita.
“L’orizzonte delle nuove terapie continua a evolversi a una velocità esponenziale. Fra gli schemi approvati più recentemente, questa combinazione di farmaci in associazione a un anticorpo monoclonale sembra rappresentare l’arma migliore da utilizzare nei pazienti in terza linea di trattamento”, ha dichiarato Alessandro Corso, dell’Uoc di Ematologia dell’ASST Ovest Milanese dell’ospedale di Legnano, in occasione del simposio sul Mieloma Multiplo promosso al XVII Congresso della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera (SIFO). “Parliamo - ha spiegato Corso - di pazienti che sono già stati sottoposti in precedenza a due linee di terapia e lo studio su isatuximab è stato in particolare impostato proprio sui pazienti esposti a lenalidomide. Avere a disposizione un trattamento che mette insieme due nuovi farmaci, la pomalidomide e un anti-CD-38 come isatuximab, studiato su pazienti esposti a lenalidomide, rappresenta dunque un vantaggio e una importante opportunità per aggredire in modo efficace la malattia anche in fase avanzata”.
Un processo, quello del trattamento del paziente con Mieloma Multiplo in terza linea di trattamento, che vede impegnati anche i farmacisti ospedalieri. “Le nostre competenze - ha spiegato Vito Ladisa, Direttore Sc Farmacia della Fondazione Irccs Istituto Nazionale Tumori di Milano - diventano strategiche per garantire l’appropriatezza e la sicurezza del percorso di somministrazione delle terapie, così come il monitoraggio degli eventi avversi.
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