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I danni genetici per l'invecchiamento aumentano le vie di ingresso al Covid

Infettivologia Redazione DottNet | 04/12/2021 17:27

L'accorciamento delle terminazioni dei cromosomi, i "telomeri", si associa a un aumento della concentrazione del recettore ACE2 che il virus SARS-CoV-2 usa per il processo infettivo

Scoperto un possibile motivo per cui il Covid è più cattivo con gli anziani: un segno tipico di invecchiamento (a livello cellulare) - ovvero l'accorciamento delle terminazioni dei cromosomi, i "telomeri" - si associa a un aumento della concentrazione del recettore ACE2 che il virus SARS-CoV-2 usa per il processo infettivo. È possibile quindi che gli anziani siamo più suscettibili a causa di un eccesso di ACE2.   Lo suggerisce uno studio italiano coordinato da Fabrizio d'Adda di Fagagna dell'IFOM - The FIRC Institute of Molecular Oncology, a Milano e dell'Istituto di Genetica Molecolare, Consiglio Nazionale delle Ricerche, a Pavia in un lavoro pubblicato sulla rivista EMBO Reports.  I telomeri sono dei cappucci protettivi che chiudono i cromosomi, come i pezzetti di plastica che si trovano alle estremità dei lacci di scarpe per non farli sfrangiare. Via via che invecchiamo i telomeri si accorciano e questo espone il Dna a danni. Da tempo ormai gli scienziati sono concordi nel ritenere che la misura dell'accorciamento dei telomeri sia un buon modo di stimare la vera età biologica di una persona.

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  In questo studio gli esperti hanno visto che la presenza di ACE2 sulle cellule dei polmoni aumenta tanto più quanto più le estremità cromosomiche, i telomeri, si accorciano. Con una serie di esperimenti gli esperti hanno anche visto che la produzione di ACE2 viene direttamente influenzata dai segnali cellulari che indicano la presenza di un danno al Dna, e che se questi "SOS" cellulari vengono interrotti, la quantità di ACE2 presente sulle cellule si riduce. Quindi non sono in sé i telomeri a influenzare la concentrazione di ACE2, ma piuttosto i danni genetici che conseguono all'accorciamento dei telomeri.  Secondo gli esperti questo studio apre alla possibilità di sviluppare delle terapie mirate per proteggere gli anziani; servono però ulteriori studi in primis per capire se riducendo ACE2 si riduce il tasso di infezioni da SARS-CoV-2 e anche la gravità del Covid. Ulteriori ricerche serviranno pure per capire perché ACE2 aumenta in risposta a un danno del Dna.

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