Dossier di Farmindustria. L’oncologia è la prima area di ricerca del settore biofarmaceutico, prova ne sia che i prodotti antineoplastici nelle fasi di sviluppo clinico oggi sono più di 1.300. Speranza: "la prevenzione è la prima arma per la lotta co
Dossier di Farmindustria. L’oncologia è la prima area di ricerca del settore biofarmaceutico, prova ne sia che i prodotti antineoplastici nelle fasi di sviluppo clinico oggi sono più di 1.300. Speranza: "la prevenzione è la prima arma per la lotta contro il cancro"
Nel 2020 per il cancro nel mondo sono morte 10 milioni di persone: ovvero un decesso su sei. Il dato è dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel giorno del #WorldCancerDay che ricorda che il cancro è una delle principali cause di decessi a livello mondiale. Il tumore in Europa è la seconda causa di morte e la prima per i bambini che hanno più di un anno. L’arrivo del Covid ha però limitato le cure e molti casi non sono stati diagnosticati. Nel rapporto del Parlamento europeo si stima che circa un milione di casi non sono stati diagnosticati e sono sfuggiti 100 milioni di persone ai test di screening. Un'altra delle conclusioni del rapporto, presentato a Madrid da tre eurodeputati spagnoli membri della commissione del Parlamento europeo, è che un malato di cancro su cinque non ha ricevuto in tempo il trattamento chirurgico o chemioterapico di cui aveva bisogno durante l'emergenza sanitaria.
In Italia l'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) ha calcolato che nel 2020, in piena pandemia, le nuove diagnosi di neoplasia si sono ridotte dell'11% rispetto al 2019, i nuovi trattamenti farmacologici del 13%, gli interventi chirurgici del 18%. Non solo. Gli screening per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto hanno registrato una riduzione di 2 milioni e mezzo di esami. Stimate anche le diagnosi mancate: oltre 3.300 per il tumore del seno, circa 1.300 per il colon-retto, mentre l'assistenza domiciliare oncologica è disponibile solo per il 68% dei centri.
Farmindustria ha pubblicato un dossier dove si anticipano le nuove cure: dalla caratterizzazione microscopica – si legge nel dossier - si è passati negli ultimi anni alla caratterizzazione molecolare dei tumori, quella che permette di leggere dietro le ‘apparenze’ dell’istologia, di individuare il tallone d’Achille del tumore e di prescrivere la terapia più mirata e personalizzata per quella forma neoplastica. Mentre un altro importante passo avanti è rappresentato dalla cosiddetta biopsia liquida, da sviluppare quale strumento di routine nel monitoraggio della terapia oncologica non solo per il tumore del polmone ma anche per altre neoplasie, compresi i tumori rari, quello della mammella, del colon retto, della tiroide, della vescica, dei tumori cerebrali e testa-collo, dei sarcomi del melanoma, di alcuni linfomi.
Sul fronte delle terapie, nei numerosi centri clinici di eccellenza presenti anche in Italia è attivo anche il Molecular Tumor Board (MTB), un team di specialisti (oncologi, anatomo-patologi, patologi clinici, biologi molecolari, genetisti, bioinformatici) che valuta in maniera globale il genoma tumorale e prescrive la giusta terapia al paziente giusto, nel momento giusto, anche al di fuori degli schemi terapeutici tradizionali. Attraverso lo screening di nuovi target terapeutici e l’individuazione di biomarcatori predittivi della progressione neoplastica, racconta ancora il dossier di Farmindustria, gruppi di ricerca tentano, inoltre, di ottenere una risposta clinica più duratura nei pazienti, anche con l'immunoterapia. Da alcuni anni usiamo la tecnologia ‘organoid’, una sorta di miniatura di un tumore in vitro, per sviluppare un trattamento personalizzato utilizzando una co-coltura di organoidi tumorali e di cellule T, ottenute dal sangue periferico dei singoli pazienti.
Tra il 2020 e il 2026, in accordo con i dati forniti dagli analisti di Evaluate Pharma, si prevede che il settore farmaceutico a livello globale investirà in ricerca e sviluppo 1.600 miliardi di dollari. Di questi, l’80% sarà destinato a un network tra soggetti diverse (imprese, enti pubblici, start up, parchi scientifici, centri clinici). Una grande opportunità per l’Italia, sottolinea Farmindustria, che potrà tradursi in un ulteriore aumento di occupazione e investimenti. Visti i trend in corso ormai da diversi anni, è probabile che una buona parte di questi investimenti sarà fatta nell’area oncologica per sviluppare progetti innovativi orientati a:
• potenzialità del sequenziamento genico per le terapie personalizzate;
• editinggenomico (CRISPR);
• terapie avanzate (terapie geniche, cellulari e di ingegneria tissutale) che permettono di modificare le proprie cellule per contrastare alcune forme di tumore o all’utilizzo delle cellule staminali (non embrionali) per la medicina rigenerativa;
• sistemi di diagnosi predittiva in grado di identificare possibili biomarcatori in una fase molto preliminare rispetto alle manifestazioni della patologia;
• digitalizzazione dei genomidella popolazione per comprendere meglio i determinanti delle malattie e poter così intervenire più efficacemente su di esse;
• utilizzo dei big data e dell’intelligenza artificiale per migliorare le capacità di individuazione di target molecolari specifici in breve tempo e a costi inferiori.
• digital therapeutics, software che ‘collaborano’ con il farmaco tradizionale per migliorare le terapie.
Oncologia: prima area di ricerca farmaceutica
In accordo con i dati forniti dalla PhRMA nel 2020, l’oncologia è la prima area di ricerca del settore biofarmaceutico, prova ne sia che i prodotti antineoplastici nelle fasi di sviluppo clinico oggi sono più di 1.300. La maggior parte di questi farmaci riguarda immunoterapie e next-generation biotherapeutics (terapie geniche, cellulari e nucleotidiche), le cosiddette targeted therapies (terapie mirate/targettizzate) che rappresentano una ricca pipeline focalizzata su più di 40 tipologie di tumori. Anche in Italia, l’oncologia rimane costantemente salda al primo posto per numero di sperimentazioni cliniche autorizzate. Secondo i più recenti dati AIFA disponibili (Report pubblicato a dicembre 2020), i trial autorizzati nel 2019 nell’area ‘Neoplasie’ sono stati 268 (il 40% del totale). Risultato ottenuto fondamentalmente grazie agli investimenti in ricerca clinica da parte delle aziende.
Il nostro sistema Paese, rimarca Farmindustria, è all’avanguardia nella ricerca in campo oncologico perché può contare su una massa critica di conoscenza costituita da professionisti, strutture del SSN, centri clinici e di ricerca, imprese, Università: una realtà che in rete può dare vita a un hub internazionale per la ricerca sanitaria intorno a delle infrastrutture strategiche condivise. “L’oncologia è la prima area di ricerca a livello globale, con una pipeline indirizzata a più di 40 tipologie di tumore e con terapie sempre più mirate e personalizzate. E anche in Italia è al primo posto per numero di sperimentazioni cliniche autorizzate. Infatti, secondo gli ultimi dati Aifa, - sottolinea il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi - i trial nell’area ‘neoplasie’ nel 2019 sono stati 268 (il 40% del totale)”.
“Risultati importanti che testimoniano da una parte il grande sforzo delle imprese del farmaco, dall’altra la presenza di un ecosistema di ricerca – dai centri clinici alle Università – di assoluto valore. Puntare sulle Life Sciences e su un rodato e collaborativo network pubblico-privato può rappresentare una carta vincente per dare il giusto peso a un settore strategico come quello della salute. E servirà anche ad attrarre sempre nuovi investimenti, considerando che tra il 2020 e il 2026 saranno spesi in R&S nel mondo 1.600 miliardi di dollari”, conclude il presidente degli industriali del farmaco.
Il ministro della Salute Speranza ha dichiarato che "la prevenzione è la prima arma per la lotta contro il cancro. La pandemia ha causato dei rallentamenti nelle attività di screening, nelle visite e negli interventi chirurgici”. Per recuperare il tempo perduto, ha detto Speranza, è stato stanziato un miliardo di euro. “Dobbiamo continuare ad investire in ricerca – ha concluso - e in una sanità più vicina alle persone. È anche a questo che servono le risorse del PNRR”. “Lavorare in sinergia è il modo migliore per affrontare la sfida”. Parole del presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro al convegno 'Le sfide globali e il cancro', promosso dall'Associazione italiana di oncologia medica. “Viviamo una fase storica straordinaria – ha detto Brusaferro - penso al Pnrr, ed inquadrare la sfida per l'oncologia in termini anche di prevenzione e stili di vita è il taglio giusto". Ma non basta perché, ha spiegato il presidente dell'Istituto superiore di sanità, accanto alla ricerca “va ricordata la centralità del paziente ma anche che accanto alla persona malata c'è una rete nazionale”. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 377mila nuovi casi di tumore. L'alto livello dell'assistenza oncologica nel nostro paese è però sottolineato dalle percentuali di sopravvivenza a 5 anni, che raggiungono il 65% nelle donne e il 59% negli uomini. In sei anni dal 2015 al 2021, si osservato un calo della mortalità per cancro del 10% negli uomini e dell'8% nelle donne.
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