Impatto moderato sui "like" a contenuti anti-vaccini
Limitare e rendere difficile l'accesso ai gruppi no-vax, informare gli utenti che quelle che si stavano per visionare erano informazioni non scientificamente verificate. Dopo anni di crescente opposizione ai vaccini e diversi focolai di morbillo, una malattia prevenibile con i vaccini, Facebook ha stabilito nel 2019 la sua prima politica per fermare la diffusione della disinformazione sui vaccini. Ma ha funzionato? I risultati di un nuovo studio della George Washington University pubblicato sulla rivista Vaccine sembrerebbero far propendere per un si. La politica di Facebook ha in effetti ridotto le interazioni delle persone con la disinformazione sui vaccini. I ricercatori hanno monitorato 172 pagine Facebook anti e pro-vaccini e raccolto post da queste pagine sei mesi prima e sei dopo la messa in atto della politica da parte del popolare social network, avvenuta a marzo 2019.
Ecco le raccomandazioni per proteggere i neonati dal virus respiratorio sinciziale
Lo rivela uno studio pubblicato su Tobacco Control, basato su dati americani e condotto presso i Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta
La proposta è di è di ampliare il No Tobacco Day all'intero mese di maggio, trasformandolo nel No Tobacco May
Tra i punti principali l'istituzione della specializzazione e la possibilità di optare per la dipendenza o su forme di accreditamento. Resta il rapporto fiduciario
Commissario straordinario, armonizzare azioni nei territori
Le indicazioni per la prossima campagna ricalcheranno quelle dello scorso autunno, quindi l'anti-Covid sarà "raccomandato" a persone di età pari o superiore a 60 anni. Dalla Florida sconsigliano i vaccini mRna
Lo rivela una ricerca sul New England Journal of Medicine
Nello spot di Italia Longeva il rapporto speciale tra nonno e nipote per sensibilizzare sulla importanza della prevenzione vaccinale per difendersi dalle malattie più temibili nella terza età
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