Nel mondo Omicron BA.2 è diffusa al 60%: così colpisce
Cresce la diffusione della sotto variante Omicron BA.2, ormai al 60% nel mondo: non è più severa della Omicron originale e la vaccinazione con dose booster garantisce un'alta protezione da sintomi e ricoveri che si mantiene nel tempo. Lo dice l'immunologo statunitense Anthony Fauci, in un messaggio video trasmesso in occasione del meeting 'Highlights in Immunology', promosso dall'Accademia Nazionale dei Lincei e dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
"La sotto variante Omicron BA.2 sta assumendo un maggiore grado di dominanza a livello globale, che ormai arriva al 60%", osserva Fauci. Rispetto alla Omicron originale, ha detto ancora, "non c'è grande differenza nel dominio Rbd" cioè nella porzione della proteina Spike che lega le cellule umane. Questo indica che "c'è una notevole cross-protezione. In altre parole - precisa il virologo - BA.
Le sue origini non sono ancora chiare. Sappiamo che e' la "sorella" di Omicron, individuata per la prima volta in Sud Africa e che ora e' maggioritaria in Italia. Secondo alcuni ricercatori, sarebbe nata in India lo scorso dicembre per poi diffondersi in Cina, Israele, Danimarca, Australia, Canada e Singapore. Ed ora anche in Europa, Italia compresa. Le prime evidenze che arrivano da Israele, Danimarca e Regno Unito, che stanno gia' attraversando una fase di prevalenza della variante BA.2, indicano che Omicron 2 ha una capacita' di diffusione maggiore del 30 per cento rispetto a Omicron 1. Se questi risultati fossero confermati, saremmo di fronte alla variante piu' contagiosa mai conosciuta.
Omicron 2 sembra colpire di frequente l'intestino. I 6 nuovi sintomi sono nausea, diarrea, vomito, dolore addominale, bruciore di stomaco e gonfiore. Fino a questo momento eravamo abituati a sintomi come febbre, tosse, respiro affannato, stanchezza, dolori muscolari, mal di testa, possibile perdita di olfatto o sapori, mal di gola o voce rauca, congestione nasale. Gli esperti concordano che vaccini attualmente in uso sono efficaci contro la sottovariante BA.2. Riescono a proteggere chi la contrae contro la malattia grave, in particolare i soggetti che hanno ricevuto una dose di richiamo. I soggetti che vengono contagiati difficilmente rischiano di essere ricoverati in strutture ospedaliere.
Fauci ricorda infatti che "diversi studi in vitro mostrano come la dose booster aumenti significativamente la neutralizzazione delle varianti di SarsCoV2, Omicron inclusa". La terza dose di Moderna, per esempio, migliora la risposta anticorpale a Omicron con una buona efficacia che si mantiene anche a distanza di sei mesi. C'è anche un trial clinico di Pfizer che mostra un forte impatto della dose booster nel prevenire i sintomi della malattia. Inoltre diversi studi condotti nel mondo reale, quindi al di fuori delle condizioni controllate delle sperimentazioni cliniche, mostrano che anche nell'era di Omicron il booster con un vaccino a mRna offre un'alta protezione dal rischio di ricovero che si mantiene intorno al 78% anche a distanza di 4-5 mesi.
Verso il vaccino universale, in due tappe
E' già cominciato il percorso a tappe che porterà alla messa a punto di un vaccino universale contro i coronavirus: Fauci vi si sta dedicando personalmente.
"Non possiamo continuare a inseguire le nuove varianti, abbiamo bisogno di un vaccino universale contro i coronavirus", afferma Fauci. "Ci arriveremo passo dopo passo: non avremo un vaccino universale al primo colpo, sarebbe troppo ambizioso, ma quello che possiamo fare è partire da un vaccino pan-SarsCoV2 che protegga da tutte le varianti Alfa, Beta, Gamma, Delta e Omicron.
Il passo successivo sarà un vaccino pan-Sarbecovirus, che protegga non solo da SarsCov2, ma anche da SarsCoV1 e altri virus che possono evolvere in infezioni umane".
Durante il suo intervento, Fauci ha citato poi "un paio di esempi di vaccini pan-coronavirus che sto personalmente studiando ora". Uno si basa sull'uso di nanoparticelle che presentano frammenti di diverse proteine Spike, mentre l'altro è un vaccino a virus inattivato che consiste nel somministrare SarsCoV2 e altri coronavirus inattivati attraverso uno spray nasale per dare un'ampia protezione contro beta-coronavirus umani e animali.
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