È un trattamento a base di linfociti T ingegnerizzati ad esprimere un recettore chimerico per l'antigene (CAR-T), caratterizzato da due domini di riconoscimento anti-BCMA (antigene di maturazione dei linfociti B)
Attesa nelle prossime settimane l’autorizzazione all’immissione in commercio nell’Unione europea per ciltacabtagene autoleucel (cilta-cel) di Janssen, azienda farmaceutica del gruppo Johnson & Johnson. Cilta-cel ha già ricevuto il parere positivo dal Comitato per i medicinali a uso umano (CHMP) dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) per il trattamento di adulti con mieloma multiplo recidivato o refrattario che abbiano ricevuto almeno tre linee di trattamento, precedentemente esposti a un agente immunomodulante, a un inibitore del proteasoma o a un anticorpo anti-CD38, e nei quali la malattia sia progredita durante l’ultimo trattamento.
Il mieloma multiplo è un tumore del sangue, con circa il 50 per cento dei pazienti di nuova diagnosi che non raggiunge la sopravvivenza a 5 anni,1,2 nonostante i recenti progressi nel trattamento, che vede oggi disponibili tre principali classi di farmaci: agenti immunomodulanti, inibitori del proteasoma e anticorpi anti-CD38.3 In Italia il mieloma multiplo rappresenta l’1,3 per cento di tutti i tumori diagnosticati nella donna e l’1,2 per cento nell’uomo. Si stima ne siano colpiti ogni anno circa 4.000 persone, con un’incidenza di 9,5 casi/100.000 nell’uomo e 8,1 casi nella donna.4
La terapia cellulare antitumorale cilta-cel nasce dall’accordo di licenza e collaborazione, in esclusiva mondiale, tra Legend Biotech e Janssen siglato nel dicembre 2017. È un trattamento a base di linfociti T ingegnerizzati ad esprimere un recettore chimerico per l'antigene (CAR-T), caratterizzato da due domini di riconoscimento anti-BCMA (antigene di maturazione dei linfociti B).5 La terapia CAR-T viene somministrata in un un’unica infusione ed è un trattamento altamente personalizzato in cui i linfociti T di ciascun paziente vengono riprogrammati per riconoscere ed eliminare le cellule tumorali.6
Il parere positivo del CHMP è sostenuto dai dati emersi dallo studio CARTITUDE-1, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Lancet e presentati al Congresso annuale dell’American Society of Hematology (ASH) 2021.5,7 Fa seguito alla recente approvazione di cilta-cel da parte della U.S. Food and Drug Administration (FDA) nel febbraio scorso. In precedenza, cilta-cel aveva ottenuto la designazione di Breakthrough Therapy negli Stati Uniti, di PRIME (PRIority MEdicines) da parte dell’agenzia europea EMA e la designazione di Breakthrough Therapy in Cina. Inoltre, la Commissione Europea e l’Agenzia dei prodotti medicinali e dei dispositivi medici giapponese (PDMA) avevano concesso a cilta-cel lo status di farmaco orfano nel 2020.
Ciltacabtagene Autoleucel (cilta-cel)
Cilta-cel è un’immunoterapia autologa, che comporta la riprogrammazione delle cellule T autologhe di un paziente attraverso l’integrazione di un transgene che codifica un recettore chimerico dell’antigene (CAR), il quale identifica ed elimina le cellule che esprimono l’antigene di maturazione delle cellule B (BCMA).5,8 Quest’ultimo è espresso principalmente sulla superficie delle cellule neoplastiche del mieloma multiplo, ma anche sulle cellule B in fase maturativa avanzata e sulle plasmacellule.6,9 La proteina CAR di cilta-cel è costituita da una porzione extracellulare con due domini di riconoscimento anti-BCMA, progettati per conferire un’alta avidità e specificità contro il target BCMA presente sulle cellule tumorali. Quando si lega alle cellule che esprimono il BCMA, il CAR promuove l'attivazione delle cellule T, cui fa seguito la loro espansione e l'eliminazione delle cellule target.10
Bibliografia
Cinieri: "Sono problemi che interessano quasi tutte le patologie oncologiche"
A più di cinque anni dall’arrivo in Italia della prima terapia genica, le CAR-T sono una realtà nella pratica clinica: crescono i successi nel trattamento di alcune patologie onco-ematologiche
L’approvazione Europea è supportata dai risultati dello studio clinico di Fase 3 SELECT GCA che ha dimostrato che i pazienti trattati con upadacitinib hanno raggiunto l’endpoint primario della remissione sostenuta e importanti endpoint secondari
Il trattamento in prima linea con daratumumab in somministrazione sottocutanea e in combinazione con bortezomib, lenalidomide e desametasone ha mostrato nei pazienti eleggibili a trapianto una sopravvivenza di circa 17 anni
Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi
Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi
Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project
La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti
Commenti