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Medici di famiglia sommersi da E-mail e WhatsApp: si rischia lo stop

Medicina Generale Redazione DottNet | 19/05/2022 13:58

Lo rileva un’indagine condotta dal Centro Studi della FIMMG. Giornata mondiale del medico di famiglia. Scotti: Decisivo tutelare e valorizzare il nostro ruolo nell’interesse della salute dei cittadini. Snami: c'è poco da festeggiare

Il Medico di Medicina Generale rimane molto interessato alle opportunità che le tecnologie digitali possono offrirgli anche se, negli ultimi mesi, è stato esposto ad un utilizzo massiccio, ma spesso disordinato e caotico, di nuove modalità di comunicazione con il paziente.

È quanto emerge da un’indagine condotta dal Centro Studi della FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) su un campione nazionale di circa 400 medici di medicina generale in collaborazione con l’Osservatorio Sanità Digitale della School of Management del Politecnico di Milano nell’ambito della ricerca annuale sull’utilizzo della sanità digitale, presentata a Milano.  L’indagine si è focalizzata sugli strumenti digitali per la comunicazione con pazienti, sulla Telemedicina, sulle App per il paziente e sulle competenze digitali dei professionisti.

Un dato rilevante emerge relativamente agli strumenti digitali utilizzati per la comunicazione con pazienti: a fronte del 97% dei MMG che ha utilizzato l’e-mail nell’ultimo anno, la percentuale di chi è interessato a utilizzare questo strumento in futuro scende al 77%; analogamente rispetto al 79% dei MMG che riferisce di aver utilizzato WhatsApp sempre nell’ultimo anno, solo un 46% dice di essere disposto ad utilizzarlo successivamente.

Di forte interesse anche alcuni servizi innovativi: il 70% del campione vorrebbe aver disponibili strumenti per invii massivi di messaggi a popolazioni di assistiti selezionati per parametri (clinico-assistenziali, anagrafici, …). Il 64% ritiene interessante aver disponibile una risorsa tecnologica per consentire la prenotazione online da parte dei pazienti presso il proprio studio per visite, vaccinazioni, prestazioni diagnostiche. Il 57% crede che sarebbe utile/molto utile avere disponibili strumenti che permettono la divulgazione di informazioni organizzative e sanitarie presso la sala d’attesa del proprio studio.

Nel 2021 l’utilizzo della Telemedicina da parte dei MMG è calato significativamente, anche se superiore rispetto al pre-pandemia: ad esempio il 23% ha utilizzato soluzioni di Telemonitoraggio dei pazienti su alcuni parametri, a fronte del 43% rilevato durante il primo anno di emergenza e il 13% del pre-pandemia. Allo stesso tempo il 20% ha utilizzato servizi di Televisita (la metà rispetto a quanto fatto durante l’emergenza e il doppio rispetto al periodo pre-pandemia). Rimane comunque elevato l’interesse verso questo tipo di soluzioni, che supera in molti casi il 50%

In progressiva e costante crescita sono anche le percentuali di chi, nell’ultimo anno, ha utilizzato tecnologia diagnostica in studio; percentuali che appaiono comunque sempre più contenute di chi dichiara di essere disposto ad utilizzarle (spirometria: utilizzata dal 20% vs il 76% che dichiara di esserne interessato; ECG 25% vs 83%; ecografia 14% vs 58%; Holter pressorio 13% vs 69%; Holter Cardiaco 10% vs 61%).

I medici sembrano apprezzare anche le App per il monitoraggio della salute e dello stile di vita dei pazienti: le maggiormente consigliate sono quelle per tenere sotto controllo i parametri clinici (frequenza cardiaca, pressione, glicemia, temperatura, ecc.) già consigliate dal 45% del campione e quelle per stimolare l’adesione ai corretti stili di vita (consigliata dal 36% del campione).

"Da questi dati sembra emergere l‘immagine di una professione che in questo momento sta subendo, a motivo delle necessità determinatesi durante la pandemia, le conseguenze di un uso eccessivamente pervasivo e ancora fuori controllo dei sistemi di contattabilità del medico, con il rischio di farlo allontanare da questi strumenti. Dovremo impegnarci per riportare queste risorse ad un utilizzo corretto ed appropriato" afferma Paolo Misericordia, responsabile del Centro Studi FIMMG. "Su tanti strumenti tecnologici su cui si continua ad evidenziare una notevole dichiarazione di interesse dei professionisti, a fronte di dati di utilizzo attuale ancora bassi, sembra invece che non siano state messe a punto le offerte più attrattive e i modelli di organizzazione e di implementazione nel loro uso più adeguati al setting operativo del MMG"

"La riduzione nei livelli di utilizzo della Telemedicina da parte dei medici non deve essere vista come il ritorno a una situazione di ‘normalità’" afferma Chiara Sgarbossa, Direttrice dell’Osservatorio Sanità Digitale. "È, invece, un segnale di come ci sia la necessità di utilizzare strumenti tecnologici professionali e dedicati e, soprattutto, di avviare un processo di innovazione dei modelli di cura per poter utilizzare in modo efficace la Telemedicina. Ad oggi questo cambiamento deve ancora essere concretizzato: i medici, infatti, affermano che le attività di Telemedicina spesso costituiscono un’aggiunta, in termini di tempo, alle attività tradizionali. Inoltre, l’utilizzo di strumenti non appropriati (come le App di messaggistica istantanea) può avere impatti negativi sia sulla privacy e sicurezza dei dati scambiati sia sulle attività lavorative dei professionisti coinvolti, da cui spesso i pazienti si aspettano risposte immediate."

Intanto ieri si è celebrata la giornata del medico di famiglia: «Credo che questa giornata possa servire a farci riflettere, a pensare anche solo per un momento a quanto sia importante per la salute di tutti noi il medico di famiglia. Oggi forse più di ieri, a causa del Covid, possiamo capire quanto sia importante proteggere e anzi valorizzare questa istituzione del nostro sistema sanitario». A dirlo è Silvestro Scotti (Segretario nazionale Fimmg).  Senza alcuna retorica, il segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale fa il punto su un tema che mai come in questo momento appare in tutta la sua centralità, ma anche nella sua complessità. «Difendere la medicina di famiglia - ricorda - significa proteggere il diritto di ciascuno di scegliere da chi essere seguito nei suoi bisogni di salute nell’arco di una vita e di un rapporto che, diversamente da qualunque altro ambito, si basa sulla conoscenza diretta e su di un solidissimo rapporto di fiducia tra medico e paziente».

Scotti ricorda che i medici di famiglia sono sempre presenti e lo sono sempre stati, come purtroppo testimoniano più di 370 decessi per Covid, legati a contagi che nella maggior parte dei casi si sono verificati in servizio. «La continuità è una caratteristica fondamentale del nostro lavoro - ricorda Scotti-, così come la prossimità. Il medico di famiglia è quello che trovi a studio, ma che non esiti a chiamare anche il sabato, la domenica o a tarda sera. Non un dipendente, ma un professionista al servizio della salute dei cittadini». Parole, quelle del segretario nazionale Fimmg, che da un lato sono di ringraziamento ai tanti colleghi presenti sul territorio, e dall’altro vogliono essere di stimolo per chi nelle istituzioni è chiamato a programmare e decidere. «Troppo spesso negli ultimi anni - conclude Scotti - la medicina generale ha dovuto fare da cuscinetto a carenze strutturali ed errori di programmazione che si protraggono da decenni. La nostra soddisfazione è però nella consapevolezza di essere apprezzati dai nostri pazienti, ogni anno di più, come testimonia l’ultimo Tableau de Bord dell’Istituto Piepoli secondo il quale l’81% dei cittadini ripone in noi un’enorme fiducia».

Sulla ricorrenza interviene anche lo Snami: "Non vedo come si possa festeggiare - dice Angelo Testa,presidente nazionale Snami,- una medicina territoriale che hanno sistemato in ultima fila senza le adeguate risorse economiche, riducendo i Medici di Medicina Generale a dei burocrati con le mezze maniche nere, schiacciati da incombenze inutili ed asfissianti non mediche e mettendo al palo il comparto di un sistema sanitario che ormai è ai margini dell’Europa".  "L’agenda della ripresa che il nostro sindacato propone"-aggiunge Domenico Salvago,vice presidente nazionale Snami,-vede come priorità quella di aumentare il compenso professionale ai Medici anche per rendere desiderabile e più attrattiva per i giovani la professione sanitaria e aumentare gli organici evitando che i Medici scappino dalla loro missione cogliendo la prima finestra pensionistica ". "300 milioni di visite mediche in studio e 43 milioni di visite domiciliari. Più di 410 milioni di accessi agli studi per rinnovo ricette, certificazioni e pratiche burocratiche e 350 milioni di contatti telefonici diretti con il medico. Sono i numeri, per difetto, che danno la dimensione del lavoro dei circa 45.000 medici di famiglia e dei 7.500 pediatri di base- puntualizza Gianfranco Breccia,segretario nazionale Snami.Chi ha performances migliori delle nostre ?Cosa dovremmo festeggiare ,il fatto che nella sostanza ci stanno segando ?"  "Aprite subito un serio tavolo di confronto-conclude Angelo Testa rivolgendosi alla politica-evitando soluzioni fantasiose estratte dal cilindro e prendendo atto che ogni giorno che passa la possibilità concreta a porre rimedio a questa calamità è sempre meno probabile.Al momento la festa è, obtorto collo, rimandata a tempi migliori".

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