Oliveti (Enpam): “Ѐ tempo di un indennizzo per tutti”
L’Unione europea ha raggiunto proprio in queste ore un accordo che riconosce il Covid-19 come malattia professionale e ha chiesto a tutti i Paesi membri, e dunque anche all’Italia, di aggiornare il proprio elenco nazionale delle patologie legate alle attività lavorative. "Si tratta di un’importante presa di posizione soprattutto nei confronti di medici e odontoiatri – ha commentato il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti – soprattutto perché conferma quello che noi abbiamo sostenuto fin dall’inizio della pandemia, quando i primi nostri colleghi sono purtroppo caduti nel vano sforzo di contrastare il dilagare del Covid-19".
In Italia, un primo intervento per sanare in ambito lavorativo la mancanza di una copertura assicurativa per i decessi da Covid-19 è stato già attuato dall’Inail, che ha riconosciuto un risarcimento ai medici dipendenti, parificando retroattivamente il Covid-19 a infortunio sul lavoro.
Per questo scopo tra l’altro, esiste già uno strumento che potrebbe essere efficacemente utilizzato. "Si tratta del fondo di Stato per i morti sul lavoro – spiega ancora Oliveti -, istituito con la legge finanziaria 2007, il quale stabilisce il diritto a un’indennità una-tantum per tutti i lavoratori morti a seguito di infortunio professionale, indipendentemente dal fatto che siano iscritti all’Inail o meno. Il fondo, gestito anch’esso dall’Inail, registra purtroppo però una dotazione insufficiente per coprire tutti gli aventi diritto. Ebbene – conclude Oliveti - un aumento di questi fondi, alla luce della decisione dell’Unione europea di riconoscere finalmente il Covid-19 come malattia professionale, sarebbe un gesto significativo da parte dello Stato, che permetterebbe di assegnare un’indennità ai familiari superstiti di tutti i medici e odontoiatri caduti lottando contro la pandemia".
Nel 2025, rispetto allo scorso anno, il costo dell'operazione è salito, rendendo più difficile l’anticipo pensionistico per i giovani e i lavoratori a cui mancano pochi anni per la pensione
L’Inps ricorda che la valutazione sulla base dei soli atti resta comunque ferma nel caso delle persone disabili non oncologiche
Accolto ricorso di Enpam sui contributi dei medici specialisti esterni
Il lockdown ha frenato la diffusione del Covid. In risposta in Commissione al senatore Borghi
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
Commenti