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Tumore pancreas: immunoterapia sperimentale riduce metastasi

Oncologia Redazione DottNet | 03/06/2022 22:39

Il trattamento è stato messo a punto ed eseguito al Providence Cancer Institute e il caso è stato illustrato sul New England Journal of Medicine

Un nuovo approccio di immunoterapia ha consentito di ottenere la regressione del tumore e la riduzione del 72% delle dimensioni delle metastasi in una paziente con cancro del pancreas in fase avanzata. Il trattamento è stato messo a punto ed eseguito al Providence Cancer Institute e il caso è stato illustrato sul New England Journal of Medicine. Per il momento, avvertono i ricercatori, i risultati sono stati ottenuti su una singola paziente; presto sarà avviata una sperimentazione di fase I per verificare la sicurezza e l'efficacia su più ampia scala.  La paziente è una donna di 72 anni che negli ultimi 4 anni ha ricevuto diversi trattamenti: chirurgia, radioterapia, più cicli di chemioterapia, un trattamento sperimentale con cellule immunitarie anti-cancro. Nonostante ciò, la malattia ha continuato a diffondersi.  La nuova strategia di trattamento messa a punto dai ricercatori americani prevede il prelievo dei linfociti T del paziente, la loro modifica genetica finalizzata a far loro riconoscere alcune forme mutate del gene KRAS che sostengono la crescita del tumore e la successiva reinfusione delle cellule immunitarie.

Già un mese dopo il trattamento, i ricercatori hanno osservato una riduzione del 62% delle dimensioni delle metastasi polmonari; a sei mesi, le cellule infuse continuavano a combattere il tumore e si osservava una riduzione del 72%. La paziente continua ora a essere seguita dal team medico.   "Non ci sono trattamenti davvero efficaci per il cancro del pancreas metastatico", ha affermato il coordinatore dello studio Eric Tran. "Il fatto che una singola infusione di cellule T riprogrammate possa causare la riduzione del cancro al pancreas metastatico per oltre sei mesi mi rende ottimista sul fatto che siamo sulla strada giusta. Ora dobbiamo rendere questa terapia più potente e farla funzionare in più pazienti", ha concluso.

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