"Abbiamo il problema che l'impatto iniziale dell'influenza potrebbe essere immediatamente elevato, non seguendo più l'andamento conosciuto nelle stagioni pre Covid, ovvero: avvio lento, plateau, picco a gennaio/febbraio"
"L'influenza non è più quella che conoscevamo prima del Covid. E' ormai noto che le misure utilizzate in pandemia (mascherine, distanziamento, igiene) hanno fatto circolare meno anche il virus influenzale. E questo fa sì che la popolazione non vaccinata sia meno pronta a rispondere a un virus con cui non è venuta a contatto in precedenza. E si è modificato anche l'andamento dell'infezione stagionale che può presentarsi, come l'anno scorso, con una curva immediatamente alta. Una fiammata, quindi, potrebbe esserci già a ottobre". E' la previsione di Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg).
"Abbiamo quindi il problema - aggiunge Scotti all'Adnkronos Salute - che l'impatto iniziale dell'influenza potrebbe essere immediatamente elevato, non seguendo più l'andamento conosciuto nelle stagioni pre Covid, ovvero: avvio lento, plateau, picco a gennaio/febbraio". "E' quello che abbiamo cominciato ad osservare lo scorso anno - ricorda Scotti - nelle prime quattro settimane il virus era partito con una circolazione intensa rispetto agli anni precedenti. Poi, la ripresa delle attenzioni, l'inizio della copertura vaccinale ha portato la curva quasi ad appiattirsi. Ma la velocità iniziale era quattro volte superiore agli standard a cui eravamo abituati, a parità di periodo".
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