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Riscatto laurea Enpam: come incideranno gli interessi con i nuovi tassi

Previdenza Redazione DottNet | 01/08/2022 20:58

Con l’inflazione che sta salendo a livelli importanti, e con essa anche i tassi bancari di riferimento, alcuni medici hanno iniziato a manifestare forti preoccupazioni per l’incremento delle rate che saranno chiamati a versare nei prossimi mesi

Sono molti gli iscritti Enpam che, per migliorare la propria posizione previdenziale, hanno accettato una proposta di riscatto degli anni di laurea e specializzazione ovvero di allineamento contributivo e, data la notevole entità dell’onere da sostenere, hanno optato per il pagamento rateale, anche per spalmare meglio sui vari anni il beneficio della deducibilità fiscale.

In un periodo di tassi a zero o comunque molto ridotti, gli interessi (calcolati con il tasso legale pro tempore vigente) non rappresentavano un grosso problema, ma adesso che l’inflazione sta salendo a livelli importanti, e con essa anche i tassi bancari di riferimento, alcuni medici hanno iniziato a manifestare forti preoccupazioni per l’incremento delle rate che saranno chiamati a versare nei prossimi mesi. E la domanda che si pongono e pongono all’Enpam è questa: si può fare qualcosa per limitare il peso degli interessi sulle rate che rimangono?

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Per cercare di dare una risposta, è opportuno innanzitutto fornire qualche chiarimento sui riscatti presso l’Enpam. Il versamento del contributo di riscatto può essere effettuato in unica soluzione o in rate semestrali. In caso di opzione per la forma di pagamento rateale, la somma dovuta viene maggiorata dell’interesse legale pro-tempore vigente.

In qualsiasi piano di ammortamento ciascuna rata è sempre composta da una quota capitale e una quota interessi sul capitale residuo, distribuite nel corso del tempo secondo il sistema di calcolo utilizzato. Il metodo di ammortamento alla francese, adottato dalla Fondazione ENPAM, consiste nel calcolare tutte le rate con il medesimo importo: la quota interessi inizialmente è molto alta e decresce nel tempo, mentre la quota capitale si comporta esattamente al contrario. A differenza di quello alla francese, il piano di ammortamento all’italiana è caratterizzato da rate di importo decrescente e tutte di importo diverso fra loro, composte da una quota capitale costante nel tempo e da una quota interessi che si riduce progressivamente e che viene calcolata in base al debito residuo, ossia capitale più interessi.

In altri termini, nell’ammortamento all’italiana la rata è variabile e decrescente in quanto la quota capitale rimane fissa, mentre la quota interessi varia in funzione del debito residuo, mentre nell’ammortamento a rate costanti alla francese, gli interessi vengono calcolati unicamente sulla quota capitale che rimane da pagare, e quindi man mano che il piano procede, essi si riducono.

Nell’ipotesi di variazione del saggio di interesse legale, a termini di regolamento, il piano di ammortamento in uso presso l’Enpam viene rideterminato con riferimento al capitale residuo ed al numero di rate mancanti al completamento del piano precedentemente fissato. Le rate residue variano quindi di importo rispetto alle precedenti, pur restando tutte uguali tra loro. Gli interessi di dilazione relativi alle rate pagate anteriormente alla rideterminazione del piano restano definitivamente consolidati, poiché sono stati correttamente calcolati con riferimento al quadro economico-normativo precedente. Chi vuole risparmiare sui prossimi ratei, vorrebbe passare al calcolo all’italiana, portando comunque a casa una quota capitale costante nel tempo, con un minore impatto degli interessi, ma l’Enpam ha già fatto sapere che la sua impostazione non cambierà, e questo per una serie di motivi.

Innanzitutto, ad eccezione di quest’anno in cui, per eventi esterni, il saggio legale ha subìto un incremento (passando dallo 0,01 all’1,25%), la sostanziale stabilità delle rate, garantita dalla modalità di ammortamento attualmente in uso, rappresenta una tutela per l’iscritto che in tal modo è consapevole a grandi linee dell’impegno economico che deve sostenere.Con l’ammortamento all’italiana, infatti, le rate subirebbero importanti oscillazioni di anno in anno, e queste potrebbero indurre i soggetti meno strutturati economicamente ad abbandonare l’operazione. In secondo luogo, il sistema di calcolo dei riscatti che, peraltro, creano un debito previdenziale a carico delle gestioni, deve garantire un’equa distribuzione dei costi non soltanto a vantaggio del singolo iscritto ma anche della collettività assicurata. La modifica della tipologia del piano di ammortamento, di fatto, in questo momento storico in cui i tassi aumentano, crea uno squilibrio rispetto ai decenni precedenti laddove il sistema alla francese, con l’applicazione di tassi irrisori, ha generato una quota interessi trascurabile.

Inoltre, il fatto che l’ammortamento alla francese venga spesso utilizzato per i mutui ipotecari, fattispecie ritenuta da alcuni molto diversa dal riscatto degli anni di laurea, non appare rilevante, perché questo sistema di calcolo viene comunque utilizzato per la maggioranza di finanziamenti e prestiti, ed anche il riscatto garantisce, in un certo senso, un effetto immediato. L’iscritto, infatti, acquisisce l’intero beneficio all’atto dell’accettazione (in caso di inabilità e premorienza la pensione viene calcolata come se il riscatto fosse stato perfezionato) mentre la rateizzazione è finalizzata esclusivamente a dilazionarne il costo.

Infine, nell’ipotesi di rinuncia al riscatto, la perdita degli interessi già corrisposti, pur sgradita all’iscritto, rappresenta una corretta penalizzazione sia rispetto alla variazione della programmazione degli investimenti della Fondazione, sia rispetto alla facoltà concessa agli interessati di sospendere i pagamenti rateali in qualsiasi momento, salvaguardando le finalità previdenziali degli importi già versati, che vengono comunque proporzionalmente valorizzati all’atto del calcolo della prestazione.

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