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Oms, contro Ebola consigliato l'uso di due anticorpi monoclonali

Infettivologia Redazione DottNet | 19/08/2022 16:18

Le due terapie raccomandate hanno dimostrato chiari benefici e pertanto possono essere utilizzate, spiegano gli esperti, per tutti i pazienti confermati positivi

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha pubblicato la prima linea guida per la terapia della malattia da virus Ebola, con nuove raccomandazioni per l'uso di due anticorpi monoclonali. L'Oms chiede alla comunità internazionale di aumentare l'accesso a questi medicinali salvavita. Ebola è una malattia grave e spesso mortale ma si è dimostrato che la diagnosi precoce e il trattamento con cure di supporto, con reintegrazione di liquidi ed elettroliti e trattamento dei sintomi, migliorano significativamente la sopravvivenza. Ora, a seguito di una revisione sistematica e di una meta-analisi di studi clinici, l'Oms ha formulato forti raccomandazioni per due trattamenti con anticorpi monoclonali: mAb114 (Ansuvimab; Ebanga) e REGN-EB3 (Inmazeb). Le sperimentazioni cliniche sono state condotte durante le epidemie di Ebola, con la più grande sperimentazione condotta nella Repubblica Democratica del Congo, "a dimostrazione che il massimo livello di rigore scientifico - afferma l'Oms - può essere applicato anche durante le epidemie di Ebola in contesti difficili".

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Le due terapie raccomandate hanno dimostrato chiari benefici e pertanto possono essere utilizzate, spiegano gli esperti, per tutti i pazienti confermati positivi per la malattia da virus Ebola, compresi gli anziani, le donne in gravidanza e allattamento, i bambini e i neonati nati da madri con Ebola confermata entro i primi sette giorni dalla nascita. I pazienti devono ricevere gli anticorpi monoclonali neutralizzanti raccomandati il ;;prima possibile dopo la conferma di laboratorio della diagnosi. L'Oms ha anche incluso una raccomandazione sulle terapie che non dovrebbero essere utilizzate per il trattamento dei pazienti: queste includono ZMapp e remdesivir.  "Ebola era percepita come una malattia-killer quasi certa, tuttavia non è più così - ha affermato Robert Fowler, dell'Università di Toronto e co-presidente del gruppo di sviluppo delle linee guida -. Il fornire le migliori cure mediche di supporto ai pazienti, combinate con il trattamento con anticorpi monoclonali MAb114 o REGN-EB3, ora porta al recupero per la stragrande maggioranza delle persone".

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