Salmone, sgombro, merluzzo, tonno, aringhe o sardine: mangiarli può mantenere il nostro cervello sano e il pensiero agile nella mezza età
Salmone, sgombro, merluzzo, tonno, aringhe o sardine: mangiarli può mantenere il nostro cervello sano e il pensiero agile nella mezza età. È una nuova ricerca della Ut Health San Antonio, pubblicata sulla rivista Neurology, a stabilire questa connessione, legata agli Omega 3 contenuti in questi alimenti.
L'età media dei partecipanti, 2.183 persone, era di 46 anni. Il team di ricerca ha messo in relazione le concentrazioni di acidi grassi omega-3 dei globuli rossi con i risultati della risonanza magnetica e i marcatori cognitivi dell'invecchiamento cerebrale.
Il consumo di più Omega-3 era inoltre associato a una migliore capacità di ragionamento astratto o di comprendere concetti complessi usando il pensiero logico. I ricercatori non sanno esattamente come questi acidi grassi proteggano il cervello. Una teoria è che, poiché sono necessari nella membrana dei neuroni, quando vengono sostituiti con altri tipi di acidi grassi, queste cellule nervose diventano instabili. Un'altra spiegazione potrebbe invece avere a che fare con le proprietà antinfiammatorie degli Omega 3. Quello che è certo, concludono gli studiosi, è che quando vengono consumati si sta proteggendo il cervello.
Gli integratori alimentari (25% di positività), le bevande vegetali (11,9%) e gli snacks, i dessert e altri alimenti (9,7%) sono i prodotti con la maggiore presenza di Ogm
Nuovo test al Bambino Gesù le scova evitando le reazioni gravi
L’installazione lancia la campagna “Perdere peso non dipende solo da te. Il tuo corpo può fare resistenza”, promossa da Lilly con il patrocinio dell’associazione pazienti Amici Obesi Onlus
Una ricerca evidenzia gli effetti di una alimentazione con frutta, verdura e cereali integrali, fagioli, noci e semi, con olio d'oliva come fonte primaria di grassi
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
Commenti