Finora 10mila richieste all’Enpam per il bonus 200 euro
Accogliendo una sollecitazione del proprio Osservatorio giovani, l’Enpam ha aperto a tutti gli specializzandi la possibilità di chiedere i bonus da 200 euro e 150 euro. L’Ente raccoglierà le domande con riserva in attesa di chiarimenti da parte del ministero del Lavoro. Il problema si è posto perché un decreto ministeriale stabilisce che chi, come gli specializzandi, è iscritto sia alla previdenza privata sia alla previdenza pubblica deve fare domanda esclusivamente all’Inps; l’Inps tuttavia ha fatto sapere che non accetterà le domande presentate dagli iscritti ai corsi di specializzazione medica poiché non appartengono alle categorie per le quali può farlo (gli specializzandi non sono né dottorandi, né assegnisti di ricerca né contribuenti alla gestione separata in qualità di co.
Oltre 10mila medici specializzandi, in una sola settimana, hanno già fatto richiesta all’Enpam dei bonus 200 euro e 150 euro previsti dal Decreto legge Aiuti. L’ente di previdenza della categoria ha aperto le domande venerdì scorso, dopo che l’Inps ha comunicato che non avrebbe accettato le domande degli iscritti alle scuole di specializzazione mediche.
"Come ente di tutti i medici e tutti gli odontoiatri ci è sempre sembrato ovvio che gli specializzandi dovessero poter contare sull’Enpam – dice il presidente dell’ente Alberto Oliveti –. Confidiamo che il ministero del Lavoro ci metterà prestissimo nelle condizioni di poter pagare questi aiuti, superando una norma che ci impediva di farlo". "Registriamo anche la richiesta di due associazioni maggiormente rappresentative degli specializzandi di aprire un tavolo di lavoro per risolvere il problema della frammentazione contributiva – continua Oliveti –. Non ha senso infatti che un medico sia iscritto all’Enpam sin dal momento della laurea, e talvolta anche da prima, e poi durante gli anni di specializzazione sia costretto a versare anche alla gestione separata dell’Inps, dove poi non contribuirà mai più nel corso della sua vita professionale. Per quanto di nostra competenza ci adopereremo per arrivare a una soluzione al più presto".
Sono ormai abbastanza numerosi, anche fra i medici e gli odontoiatri, i casi in cui, al momento della morte del professionista, il diritto alla pensione a superstiti venga attribuito ad un suo nipote, anche in presenza di genitori viventi.
A partire dal 2027 la Ragioneria reputa possibile un aumento di tre mesi dei requisiti necessari per il pensionamento, sia di vecchiaia sia anticipato
Nel 2027-2028 i requisiti per la pensione dovrebbero aumentare di tre mesi: l’età richiesta per la pensione di vecchiaia passerebbe a 67 anni e 3 mesi
Per i periodi lavorati fino al 31 dicembre 1995 si deve calcolare il 2,5 % per anno d’anzianità contributiva anche per chi ha compiuto 65-66 anni
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
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