Ridurre il consumo ma no al proibizionismo, più informazione per il bene della salute pubblica
"L’etanolo e l’acetaldeide contenuti nelle bevande alcoliche (vino, birra e superalcolici) favoriscono il cancro. Per questo motivo è inaccettabile che la polemica sugli effetti legati al consumo di alcol coinvolga medici che, per motivi deontologici ed etici, devono aderire all’evidenza scientifica”. Così Gianni Testino, presidente nazionale della Società italiana di alcologia (Sia), torna sull'ultima polemica tra i virologi, che negli scorsi giorni si sono scontrati sul nettare degli dei. Oggetto del contendere la discussa normativa irlandese che equipara l'alcol al tabacco e chiede l'inserimento di etichette sui danni per la salute sulle bottiglie, anche quelle di vino.
"La scienza - afferma l’esperto - dice che i vaccini sono utili ed indispensabili per combattere il Covid-19 e dice anche che l’etanolo, sostanza psicoattiva alla base di vino, birra e superalcolici, è un cancerogeno e come tale è inserito nel Gruppo 1 dei cancerogeni. In questo gruppo le sostanze/molecole citate sono 120 ed hanno un 'rapporto causale certo con il cancro'. In questo gruppo sono presenti, per esempio, il fumo di sigaretta e l’amianto. L’etanolo provoca più tumori dell’inquinamento, ma l’inquinamento non lo possiamo evitare, l’etanolo invece sì. L’effetto è dose dipendente". Testino, a nome della Società italiana di alcologia, in una nota chiede che anche i "produttori indichino sulle etichette la quantità di acetaldeide libera che è più o meno presente in tutte le bevande alcoliche. Più ce n’è e più il prodotto è cancerogeno”. E' bene anche “smetterla di associare il consumo di etanolo al benessere di alcuni organi come il cuore – tiene a precisare Testino -. Non dà alcun beneficio, ma con gli stessi dosaggi favorisce il cancro e altre duecento patologie differenti. Questa non è censura, non è proibizionismo come dice qualcuno ma è semplice e dovuta informazione su un prodotto che è consumato da milioni di persone". Per questi motivi "abbiamo il dovere - chiosa - di ridurne il più possibile il consumo, non proibendone la vendita, ma attraverso l’informazione. Questo messaggio, inserito in una cornice più ampia di educazione a corretti stili di vita, deve essere conosciuto già dai bambini e in tal modo le nuove generazioni cresceranno nella consapevolezza".
Al centro della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, l’impegno per politiche coese e il coinvolgimento delle nuove generazioni per nutrire il futuro
Pubblicato il 13 Ottobre sulla rivista scientifica “Molecular Neurodegeneration” lo studio italiano è frutto di una prestigiosa collaborazione multi-istituzionale
Anna Iervolino: Un cambio di passo che ci colloca ai vertici in Italia
Nuovo studio delle università di Bari e Firenze
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
Commenti