Il prossimo incontro è fissato per il 20 settembre, ma già trapela un moderato ottimismo sull'esito che potrebbe concludersi anche con una fumata bianca
Si stringe sulla firma del contratto per la dirigenza medica 2019-2021. Il prossimo incontro è fissato per il 20 settembre, ma già trapela un moderato ottimismo sull'esito che potrebbe concludersi anche con una fumata bianca. Il presidente dell'Aran Antonio Naddeo, in un'intervista al Sole24ore non nasconde il suo ottimismo, soprattutto per quanto riguarda il nodo orario di lavoro: "Quello che chiedono i sindacati ha a che fare più con un problema organizzativo che contrattuale. E il problema organizzativo non può risolverlo il contratto: dovranno esserci delle assunzioni", ha detto Naddeo al quotidiano economico. "E' un problema di numeri: se faccio tante guardie e tanti turni è perché manca personale, anche se questo fenomeno non è uguale su tutto il territorio nazionale. Vanno rimessi in sesto i numeri, che oggi non sono sufficienti. Poi, una piccola percentuale dipende anche da carenze di organizzazione: se so organizzare bene, forse qualche problema lo risolvo. Con questo contratto abbiamo messo dei limiti e inserito delle modifiche di recente – anche a seguito delle disponibilità che mi hanno dato le Regioni -: vedremo come si inseriranno nella trattativa della prossima settimana".
Resta il fatto che Anaao e Cimo parlano di ore regalate: "Non sono "regalate - spiega Naddeo - il problema è che le ore "fatte" in più sono pagate con la retribuzione di risultato.
il contrato dei medici sembra, dunque, avviato verso una soluzione positiva. Ciò comporterà un aumento degli stipendi pari a circa 241 euro lordi mensili, ai quali si sommano gli aumenti per i medici di pronto soccorso e l’ulteriore beneficio dello 0,22% previsto per il trattamento accessorio. Insomma, per i camici bianchi in prima linea si può arrivare fino a quasi 290 euro in più al mese. E poi ci sono gli arretrati. L’ultimo contratto è scaduto nel 2018. Quello che Aran e sindacati stanno trattando copre il triennio che va dal 2019 al 2021. Nel pubblico impiego, e i medici sono dipendenti pubblici, quando si rinnova un contratto vengono sempre pagati anche tutti gli arretrati. In questo caso ci sono quattro anni e nove mesi da recuperare.
Secondo i calcoli dell’Aran, mediamente un medico riceverà oltre 6.500 euro di arretrati, ai quali si aggiungono la una tantum dell’1,5 per cento della retribuzione decisa dal governo solo per quest’anno e altri fondi e indennità in grado di far lievitare il totale oltre i 10 mila euro. Ma la verità che a rallentare il negoziato tra l’Agenzia governativa presieduta da Antonio Naddeo e le sigle sindacali, non è mai stata la questione economica. A frenare le trattative sono state altre ragioni, la principale delle quali riguarda gli orari di lavoro dei camici bianchi negli ospedali e come le ore extra dei medici vengono retribuite. La questione, come accennato in apertura, è stata sollevata con forza nelle trattative dai due principali sindacati dei medici, Anaao-Assomed e Cimo-Fesmed, che hanno accusato senza mezzi termini, i datori di lavoro, ossia le Regioni, di pretendere dai medici centinaia di migliaia di ore di lavoro a titolo gratuito. E questa sarebbe una delle principali ragioni che stanno determinando la fuga dei camici bianchi dagli ospedali.
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