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Infezioni resistenti in ospedale, si studia un vaccino universale

Infettivologia Redazione DottNet | 05/10/2023 18:06

Il vaccino, somministrato in singola dose a topi, ha fornito una rapida protezione contro otto diverse specie di batteri e funghi

Si studia un vaccino 'universale' che protegge i pazienti ospedalizzati o immunocompromessi dai super-batteri letali che si annidano negli ambienti sanitari: è la promessa che arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine. Il vaccino, somministrato in singola dose a topi, ha fornito una rapida protezione contro otto diverse specie di batteri e funghi. Lo studio è stato svolto presso l'Università della California Meridionale.     Si tratta di un vaccino versatile che aiuta ad addestrare il sistema immunitario innato a combattere i patogeni che comunemente infettano i pazienti ospedalizzati, come lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA).

La protezione fornita dal vaccino è durata fino a 28 giorni quando è stato testato sui topi, suggerendo che potrebbe potenzialmente essere somministrato ai pazienti durante il ricovero in ospedale per proteggerli dalle infezioni associate all'assistenza sanitaria. Tali infezioni sono responsabili di più di 90.000 morti e di 45 miliardi di dollari di costi sanitari ogni anno negli Stati Uniti.

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La maggior parte dei vaccini tradizionali stimola la risposta immunitaria adattativa addestrando le cellule immunitarie a mirare a un singolo patogeno con gli anticorpi. In questo studio, invece, gli scienziati hanno adottato un approccio "orizzontale" che addestra il sistema immunitario innato a combattere una vasta gamma di patogeni, un approccio più adatto per affrontare l'insieme di batteri e funghi che causano infezioni ospedaliere.   Quando è stato somministrato ai topi, il vaccino ha ridotto la gravità delle infezioni da vari patogeni, tra cui MRSA, Enterococcus faecalis resistente alla vancomicina e Klebsiella pneumoniae. Il vaccino ha anche mostrato effetti protettivi contro funghi come Candida albicans e Rhizopus delemar, che possono proliferare nei pazienti immunodepressi. I ricercatori hanno notato che gli effetti del vaccino sono iniziati entro 24 ore dalla somministrazione e sono durati fino a 28 giorni con una singola dose. "Dato che la durata media dell'ospedalizzazione per cure acute è di 5 giorni e il 95% delle ospedalizzazioni dura meno di 21 giorni, la durata dell'effetto protettivo offerto non è un deterrente per l'efficacia o la somministrazione del vaccino", sostengono gli autori dello studio.

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