I pensionati che hanno redditi tra otto volte (4.545,92 euro) e 10 volte il trattamento minimo (5.682,4 euro al mese) hanno diritto ad un recupero del 37% dell'inflazione quindi a fronte di un aumento dei prezzi del 5,4% all'1,998%
Il ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, di concerto con la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Elvira Calderone, ha firmato il decreto che dispone a partire dal 1° gennaio 2024 un adeguamento all'inflazione pari a +5,4% delle pensioni. Lo rende noto il Mef. "L'aumento, che verrà riconosciuto nelle modalità previste dalla normativa - spiega il ministero - è stato calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall'Istat il 7 novembre 2023". "L’aumento, che verrà riconosciuto nelle modalità previste dalla normativa – spiegano dal Tesoro – è stato calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 7 novembre 2023".
La rivalutazione delle pensioni rispetto all'inflazione, con il tasso fissato al 5,4%, significherà nel 2024 aumenti fino a 122 euro per gli assegni fino a quattro volte il minimo, quelli che per cui è previsto il recupero pieno dell'aumento dei prezzi, ovvero quelli fino a 2.
I pensionati che hanno redditi tra otto volte (4.545,92 euro) e 10 volte il trattamento minimo (5.682,4 euro al mese) hanno diritto ad un recupero del 37% dell'inflazione quindi a fronte di un aumento dei prezzi del 5,4% all'1,998%. Potranno ottenere al massimo un aumento sul cedolino di 112,96 euro. Chi ha pensioni oltre le dieci volte il minimo avrà una percentuale sull'aumento dei prezzi del 22% quindi solo l'1,188% a fronte di un'inflazione nel 2023 valutata al 5,4%. Se si ha un assegno lordo da pensione da 7mila euro al mese si avrà un aumento di 131,6 euro sempre lord
In pratica:
fino a 4 volte la pensione minima (sotto i 2.102 euro), rivalutazione del 100%;
tra 4 e 5 volte la pensione minima (tra i 2.102 e i 2.627 euro), rivalutazione dell'85%;
tra 5 e 6 volte la pensione minima (tra i 2.627 e i 3.152 euro), rivalutazione del 53%;
tra 6 e 8 volte la pensione minima (tra i 3.152 e i 4.203 euro), rivalutazione del 47%;
tra 8 e 10 volte la pensione minima (tra i 4.203 e i 5.254 euro), rivalutazione del 37%;
sopra le 10 volte la pensione minima (sopra i 5.254 euro), rivalutazione del 22%.
Già nel 2023 era stato adottato questo sistema a fasce, penalizzante per chi ha le pensioni più alte. L'unica differenza per l'anno prossimo è il taglio ulteriore per i trattamenti sopra le 10 volte la minima: si passa dal 32% al 22%.
Incrociando la percentuale che viene riconosciuta in manovra e il dato definitivo comunicato dal Mef, si ottiene il valore reale dell'aumento della propria pensione. Per calcolarlo bisogna prendere il lordo mensile del proprio assegno e moltiplicarlo in base a quest'altro schema:
chi ha una pensione fino a 4 volte la minima beneficerà di un aumento pieno del 5,4%;
chi ha una pensione tra 4 e 5 volte la minima beneficerà di un aumento del 4,6%;
chi ha una pensione tra 5 e 6 volte la minima beneficerà di un aumento del 2,9%;
chi ha una pensione tra 6 e 8 volte la minima beneficerà di un aumento del 2,5%;
chi ha una pensione tra 8 e 10 volte la minima beneficerà di un aumento del 2,0%;
chi ha una pensione sopra le 10 volte la minima beneficerà di un aumento dell'1,2%.
Secondo una simulazione, ecco gli incrementi
- Importo lordo: 1.000 euro; Importo netto: 862 euro; Rivalutazione lordo + 54 euro; Rivalutazione netto +33 euro
- Importo lordo: 1.400 euro; Importo netto: 1.122 euro; Rivalutazione lordo: + 75 euro; Rivalutazione netto: + 50 euro
- Importo lordo: 1.600 euro; Importo netto: 1.261 euro; Rivalutazione lordo: + 86 euro; Rivalutazione netto: + 55 euro
- Importo lordo: 1.800 euro; Importo netto: 1.387 euro; Rivalutazione lordo: + 97 euro; Rivalutazione netto: + 64 euro
- Importo lordo: 2.000 euro; Importo netto: 1.519 euro; Rivalutazione lordo: + 108 euro; Rivalutazione netto: + 72 euro
- Importo lordo: 2.300 euro; Importo netto: 1.702 euro; Rivalutazione lordo: +111 euro; Rivalutazione netto: + 60 euro
- Importo lordo: 2.500 euro; Importo netto: 1.813 euro; Rivalutazione lordo: +121 euro; Rivalutazione netto + 66 euro
- Importo lordo: 2.800 euro; Importo netto: 1.980 euro; Rivalutazione lordo: + 136 euro; Rivalutazione netto: + 73 euro
Sono ormai abbastanza numerosi, anche fra i medici e gli odontoiatri, i casi in cui, al momento della morte del professionista, il diritto alla pensione a superstiti venga attribuito ad un suo nipote, anche in presenza di genitori viventi.
A partire dal 2027 la Ragioneria reputa possibile un aumento di tre mesi dei requisiti necessari per il pensionamento, sia di vecchiaia sia anticipato
Nel 2027-2028 i requisiti per la pensione dovrebbero aumentare di tre mesi: l’età richiesta per la pensione di vecchiaia passerebbe a 67 anni e 3 mesi
Per i periodi lavorati fino al 31 dicembre 1995 si deve calcolare il 2,5 % per anno d’anzianità contributiva anche per chi ha compiuto 65-66 anni
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
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