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Tumore seno metastatico, via libera dall'Aifa a rimborsabilità al farmaco 'coniugato' trastuzumab-deruxtecan

Farmaci Redazione DottNet | 09/01/2024 14:10

In base ai risultati dello studio di fase 3 Destiny-Breast04, pubblicati sul New England Journal of Medicine, l'anticorpo farmaco-coniugato ha ridotto del 36% il rischio di morte

La combinazione tra un anticorpo monoclonale ed un farmaco 'coniugato' (trastuzumab-deruxtecan) migliora in modo sostanziale la sopravvivenza nelle pazienti con tumore al seno metastatico e bassa espressione della proteina Her2 (Her2 low): l'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha ora approvato la rimborsabilità di questo farmaco come monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con cancro della mammella Her2 low metastatico, che hanno ricevuto precedente chemioterapia o che hanno sviluppato recidiva della malattia durante o entro 6 mesi dal completamento della chemioterapia adiuvante. In base ai risultati dello studio di fase 3 Destiny-Breast04, pubblicati sul New England Journal of Medicine, l'anticorpo farmaco-coniugato ha ridotto del 36% il rischio di morte, con un miglioramento di oltre 6 mesi della sopravvivenza globale. 

Nel 2023, in Italia, sono stati stimati 55.900 nuovi casi di carcinoma mammario e circa 52mila persone vivono con la malattia metastatica. "Trastuzumab deruxtecan appartiene alla categoria degli anticorpi farmaco-coniugati, cioè è costituito da un anticorpo diretto contro il recettore Her2, espresso sulle cellule tumorali, e da un potentissimo chemioterapico legato a questo anticorpo: il risultato è di traghettare all'interno delle cellule questo chemioterapico che porta a morte cellulare, limitando l'esposizione dei tessuti normali - spiega Giampaolo Bianchini, responsabile del Gruppo mammella dell'IRCSS Ospedale San Raffaele, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano -. Questa terapia estremamente innovativa supera il dogma, precedentemente definito nel tumore della mammella, per cui le terapie anti-Her2 funzionano solo nei carcinomi Her2 positivi, che esprimono livelli molto alti di questo recettore, espandendo gli orizzonti della cura a pazienti precedentemente escluse dai benefici delle terapie Her2 mirate. Nello studio, che ha coinvolto 557 pazienti, trastuzumab deruxtecan ha ridotto del 50% il rischio di progressione rispetto alla chemioterapia e aumentato la sopravvivenza globale".

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