Il chatbot generativo potrebbe migliorare i servizi di assistenza sanitaria geriatrica contribuendo al processo decisionale associato alla politerapia
Il chatbot generativo di intelligenza artificiale ChatGPT potrebbe migliorare i servizi di assistenza sanitaria geriatrica contribuendo al processo decisionale associato alla politerapia, l’uso reiterato e continuativo di almeno cinque farmaci diversi. A suggerirlo uno studio, pubblicato sul Journal of Medical Systems, condotto dagli scienziati del Mass General Brigham MESH Incubator. Il team, guidato da Marc Succi, ha chiesto a ChatGPT di gestire la deprescrizione, l’eliminazione dei medicinali non indispensabili, e la politerapia. Il gruppo di ricerca ha fornito all’intelligenza artificiale diversi scenari clinici, ponendo al chatbot una serie di domande decisionali. In ogni scenario era presentato un paziente geriatrico che assumeva un mix di farmaci, ma ciascun caso era associato a una storia clinica peculiare legata a malattie cardiovascolari o grado di compromissione delle attività della vita quotidiana. ChatGPT, riportano gli scienziati, ha raccomandato la deprescrizione nei pazienti senza rischio cardiovascolare, ma tendeva a lasciare invariato il regime di assunzione di farmaci dei soggetti con pericoli cardiaci. I ricercatori hanno osservato che la gravità del deterioramento delle attività quotidiane non sembrava influenzare i risultati decisionali dell’intelligenza artificiale.
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