La preoccupazione dei ricercatori riguarda soprattutto la quantità e tempestività della raccolta dei dati da parte delle autorità e la trasparenza con cui vengono diffusi ai cittadini e alla comunità scientifica
"Non stiamo facendo abbastanza". Così su Nature, Isabella Eckerle, a capo del Geneva Centre for Emerging Viral Diseases, in Svizzera, esprime la preoccupazione di una parte della comunità scientifica sulla gestione dei focolai di influenza aviaria nelle mucche in Usa. La preoccupazione dei ricercatori riguarda soprattutto la quantità e tempestività della raccolta dei dati da parte delle autorità e la trasparenza con cui vengono diffusi ai cittadini e alla comunità scientifica. Per gli scienziati interpellati dalla rivista britannica, fin dall'inizio la gestione dell'epidemia ha mostrato delle falle. Il virus circola nelle mucche da novembre, ma solo a marzo sono stati colti i primi segnali. Ciò fa pensare che il sistema di sorveglianza non sia sufficientemente sensibile da coglier tempestivamente i segnali di allarme. Poi, le prime sequenze virali sono state poi diffuse con grave ritardo.
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